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Progetto SOCRATE
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Il progetto SOCRATE (acronimo di Sviluppo Ottico Coassiale Rete Accesso TElecom) fu una iniziativa ideata negli anni 1990 da Telecom Italia, al fine di diffondere lo sviluppo della televisione via cavo in Italia.
Descrizione
Riepilogo
Prospettiva
Partito ufficialmente nel 1995, un anno dopo la creazione di Telecom Italia S.p.A., esso mirava alla realizzazione di una rete cablata a banda larga a copertura nazionale, destinata a raggiungere 10 milioni di abitazioni, in grado di portare internet e TV via cavo in tutte le case. I piani iniziali prevedevano di coprire le prime 19 città italiane.[1]
L'Italia, al contrario di quanto era avvenuto in molti paesi europei e stati degli Stati Uniti d’America, non aveva una tradizione di impiego della televisione via cavo, non avendo quindi nè reti preesistenti in grado di raggiungere gli utilizzatori finali da poter riutilizzare, nè un utenza abituata a servizi di Pay TV con numersi canali o servizi on demand[2].
Per avere i contenuti da trasmettere venne fondata Stream, che in quegli anni strinse accordi con alcuni produttori cinematografici, ma non riuscì ad accordarsi con i principali gruppi televisivi italiani, Rai e Mediaset, per la trasmissione via cavo dei loro contenuti[2]. A inizio 1997 le abitazioni teoricamente raggiunte dalla fibra erano 300.000, mentre gli abbonati alla tv via cavo solo 14.000, nonostante campagne marketing agressive che prevedevano acluni mesi di gratuità del decoder.[3]
Il progetto, concepito e fortemente voluto da Ernesto Pascale[4], fu di fatto abbandonato con le sue dimissioni da presidente di Telecom Italia a fine del 1997, lasciando incompleto il lavoro già realizzato[5]. La privatizzazione della compagnia telefonica prima e i diversi cambi di proprietà delle maggioranze azionarie dopo, resero anche particolarmente rischioso proseguire con un progetto che prevedeva la necessità di ingenti investimenti per essere completato e poi esteso anche alle città non ancora raggiunte.[6]
Nel frattempo la messa a punto della tecnologia dell'ADSL[7] (su cui la stessa Telecom stava già sperimentando fin dal 1994[8]) portò le prestazioni del normale doppino in rame a livelli paragonabili a quelli previsti del progetto Socrate[9].
La stessa Stream TV, che era nata per poter fornire quei contenuti che avrebbero dovuto attirare gli utilizzatori domestici, nel marzo 1998 affiancò alle connessioni via cavo le trasmissioni via satellite su Hot Bird.
La rete fu definitivamente spenta nel 2003, anno in cui fu dismesso il servizio di televisione via cavo, l'unico che fu attivo sulla rete del progetto, mentre Stream confluiva, insieme alla rivale Telepiù S.p.A., in Sky Italia.
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Evoluzione del progetto Socrate e caratteristiche tecniche
Riepilogo
Prospettiva
Il progetto Socrate mirava a cablare 10 milioni di abitazioni attraverso la tecnologia Hybrid fibre-coaxial, cioè l'uso del cavi coassiali come ultimo miglio e fibra ottica come dorsale[6] (tecnologia in cui il centro di ricerca di STET, lo CSELT, aveva raggiunto competenze di riconosciuta eccellenza internazionale) per diffondere servizi a banda larga come la televisione via cavo, accesso internet e altri servizi interattivi (triple play), con velocità di accesso che per l'epoca erano considerate elevate, ovvero 1,5 mbps di velocità in download e 64 kbps in upload. Come termine di paragone, gli standard relativi ai modem analogici dial-up impiegati al tempo avevano capacità di download massime tra i 33,6 kbps (standard ITU-T V.34 del 1994) e i 56 kbps (standard proprietari X2 ed K56flex, poi soppiantati nel 1998 dal V.90), anche se non sempre la rete telefonica a cui erano connessi gli utenti domestici era in grado di supportare tali velocità. Le connessioni ISDN digitali, che necessitavano di una linea dati a parte, avevano in Italia velocità di download di 64 kbps o 128 kbps .
Sul fronte finanziario Socrate prevedeva un investimento di circa 13.000 miliardi di lire[9].
La posa iniziò da città che necessitavano di elevate attenzioni dal punto di vista urbanistico e architettonico, come Bari, Bergamo, Venezia, Siena e San Gimignano.
Non sempre il progetto trovò il sostegno delle amministrazioni locali, vuoi per i disagi causati alla viabilità dai previsti lavori di cablatura, vuoi per l'esistenza o la già progettata realizzazione di reti telematiche locali, che alla conclusione del progetto si sarebbero trovate ad essere in concorrenza con quella che allora era la monopolista dei servizi telefonici italiani[10], come nel caso della rete civica bolognese IPerBOLE, che già offriva accesso internet gratuito ai residenti del comune[11][12].
Con la diffusione iniziale della rete fu attivato per le abitazioni già cablate il servizio di televisione via cavo in formato DVB-C, attraverso il lancio della piattaforma televisiva Stream TV, alla cui guida fu inizialmente posto Miro Allione, che aveva già partecipato al progetto da direttore generale STET[13][14].
Non fu invece mai resa disponibile la prevista fornitura di servizi di accesso a internet, poiché nel frattempo erano state lanciate le prime offerte di servizi ADSL con velocità paragonabili a quelle previste dalla rete del Progetto Socrate[15].
Il progetto fu abbandonato durante il 1997 per ragioni finanziarie e tecnologiche (in particolare, queste ultime legate allo sviluppo della tecnologia ADSL)[16], oltre che per la difficoltà di stendere la rete in fibra ottica, che prevedeva numerose opere di scavo per le strade delle città[17]. Nel momento dell'interruzione dei lavori di estensione della rete (gennaio 1998), erano già state raggiunte 1.500.000 di abitazioni distribuite in 64 città, per un investimento di 5.000 miliardi di lire[18].
Lo stesso abbandono del progetto non fu esente da critiche, portate avanti sia dalle amministrazioni locali (che avevano subito il forte impatto dei lavori, con alcuni cantieri ancora aperti il cui destino non era noto), che dalle aziende impegnate ai veri livelli nella realizzazione, la quali si trovarono sovente a dover fare ricorso alla cassa integrazione o a dover licenziare i lavoratori che era stato previsto di occupare nel progetto.[19][20][21]
Nel marzo del 1998 venne annunicata, da parte di Telecom, l'intenzione di completare comunque la cablatura delle città previste e di usare l'infrastruttura per soluzioni FTTB - Fiber-to-the-building[22]. Simile volontà, venne citata anche dal Ministro delle comunicazioni Salvatore Cardinale, in risposta ad un'interrogazione scritta del senatore Maurizio Pieroni, nel gennaio 1999. In base a quanto riferito dall'allora ministro, vi era stato un interessamento del governo perché quando realizzato non fosse del tutto abbandonato, in risposta al quale la Telecom aveva espresso l'intenzione di portare comunque le connessioni in fifra ottica presso i grandi utenti ("sedi della pubblica amministrazione [...] grandi aziende, piccole e medie imprese") delle città raggiunte dal progetto, mentre per gli utenti domestici si sarebbe optato per la più economica ADSL ("Con questa nuova tecnologia gli investimenti saranno prevalentemente riferiti all'elettronica in centrale e nella sede del cliente che, grazie al suddetto dispositivo connesso all'attuale presa telefonica, potrà usufruire dei servizi a larga banda")[23].
Nel luglio 2001, una parte dell'infrastruttura già posata nei principali centri urbani venne acquisita da Fastweb/e.Biscom[24][25], con lo scopo di espandere più rapidamente le zone coperte dal suo servizio[26], con cui dall'anno prima, partendo da Milano, aveva iniziato ad offire connessioni domestiche FTTH.
Il servizio di televisione via cavo restò attivo fino al 2003, anno in cui Stream TV si fuse con TELE+ Digitale dando vita a Sky Italia, la quale interruppe nello stesso anno il servizio via cavo, mantenendo solamente quello satellitare già disponibile sia per Stream TV, sia per TELE+ Digitale. Da allora, la rete restata in capo a Telecom Italia fu dismessa e abbandonata.
Dal 2016, con la creazione della società Flash Fiber (joint venture tra TIM e Fastweb), alcuni cavidotti del Progetto Socrate (in strada e nei condomini) vennero riutilizzati per portare nelle abitazioni la fibra ottica, con le modalità previste dalla tecnologia FTTH - Fiber To The Home[27].
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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