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Forze di Supporto Rapido
forze paramilitari sudanesi Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Le Forze di Supporto Rapido[1] (in arabo قوات الدعم السريع?, Quwwāt ad-daʿm as-sarīʿ; in inglese Rapid Support Forces, RSF) sono un'organizzazione paramilitare sudanese.[2]
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Storia
Riepilogo
Prospettiva
Le Forze di Supporto Rapido (RSF) sono forze paramilitari sudanesi precedentemente gestite dal governo del Sudan.[3] È creato ed è principalmente composto dalle milizie Janjawid che hanno lottato per conto del governo sudanese durante la guerra in Darfur e sono state responsabili di numerosi attacchi contro la popolazione. Le azioni delle RSF in Darfur si qualificano come crimini contro l'umanità secondo Human Rights Watch.[4]
Le RSF sono amministrate dal National Intelligence and Security Service, anche se durante le operazioni militari sono comandate dalle forze armate sudanesi.[5] A giugno 2019, il comandante delle RSF è il generale Mohamed Hamdan Dagalo, meglio conosciuto con il nome di battaglia Hemetti. Durante la crisi politica sudanese del 2019, la giunta militare che ha preso il controllo del paese ha impiegato le RSF per reprimere violentemente i manifestanti pro-democrazia. Insieme ad altre forze di sicurezza, le Forze di Supporto Rapido sono state autrici del massacro di Khartum del 3 giugno 2019.
Nella guerra civile
Il 15 aprile 2023 sono scoppiati i combattimenti tra le Forze di Supporto Rapido e le forze armate sudanesi dopo che le RSF hanno mobilitato le loro forze in diverse città del Sudan e del Darfur.[6][7]
Le forze armate sudanesi hanno designato le RSF come gruppo ribelle. Le forze delle RSF affermano di aver occupato l'Aeroporto Internazionale di Khartum e altre importanti aree di Khartoum.[8] Nel maggio 2025 hanno attaccato dall'aria Port Sudan[9]
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Note
Collegamenti esterni
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