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giorno in cui le attività lavorative vengono per la maggior parte sospese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un giorno festivo è un giorno in cui le attività lavorative di uno stato, regione o di un comune vengono per la maggior parte sospese. Si oppone al termine di giorno feriale. Tradizionalmente sono collegate a commemorazioni di carattere religioso o ad avvenimenti politici, ma in tempi odierni vengono create ulteriori festività a carattere laico - commerciale[1]
Una festività si può ripetere seguendo un ciclo settimanale. Questo è il caso del sabato per la religione ebraica, quindi il cosiddetto Shabbat[2], della domenica per quella cristiana e il venerdì per quella islamica. Similmente, anche il ritmo annuale può segnare giorni festivi.
In culture non cristiane, il ritmo può variare: nel calendario rivoluzionario francese, le festività si ripetevano ogni dieci giorni in alternativa alla domenica, il che contribuì al fallimento del calendario.[3]
In Italia la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario italiano prevede le seguenti festività[5][6]:
Caratteristica dell'ordinamento italiano è un'ulteriore festività, la Festa del santo patrono, ossia un giorno festivo stabilito da ogni comune limitatamente al proprio territorio.[7] Vi è poi il caso particolare dell'Anniversario della Vittoria, che fu spostato nel 1977 dal 4 novembre alla prima domenica di quel mese, comportando ogni anno per i lavoratori dipendenti la paga di un giorno supplementare in quella data.[8] Vi è anche il caso della Festa del Tricolore (7 gennaio) che è una festa nazionale senza però la sospensione delle attività pubbliche come il lavoro e la scuola.
In passato esistevano in Italia altre cinque festività, che furono soppresse nel 1977[9], ossia San Giuseppe (19 marzo), l'Ascensione (il giovedì della sesta settimana dopo la Pasqua), il Corpus Domini (il giovedì della nona settimana dopo la Pasqua), la festa dei Santi Pietro e Paolo (29 giugno), e la commemorazione di tutti i defunti (2 novembre). Inizialmente anche l'Epifania (il 6 gennaio) e la Festa della Repubblica (il 2 giugno) furono soppresse, ma in seguito vennero ripristinate, la prima otto anni dopo[10], mentre la seconda solo nel 2001.[11] Il senso di questa eliminazione fu di aumentare il PIL tenendo aperte le aziende e quindi contribuendo a una maggiore produttività non già del lavoro, ma delle infrastrutture. Si noti infine come tutte queste quattro festività siano state di contro mantenute tali nella Svizzera italiana.
L'Anniversario dell'Unità d'Italia (17 marzo) è stato proclamato festa nazionale in due occasioni speciali ovvero per il centenario dell'unità nel 1961 e per il 150º anniversario nel 2011. Viene commemorata ogni anno con una funzione in cui il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio insieme al corpo dei carabinieri depositano una corona d'alloro sulla tomba del milite ignoto posta nel Vittoriano.
Nella Svizzera italiana la legislazione è largamente ispirata a quella in essere in origine in Italia, salvo le ovvie modifiche relative alle feste nazionali. Come in Alto Adige inoltre, visto anche qui il forte legame col mondo tedesco, è festivo il lunedì di Pentecoste.
La domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario ticinese prevede le seguenti festività[12]:
A San Marino la legislazione è largamente ispirata a quella in essere in origine in Italia, salvo le ovvie modifiche relative alle feste nazionali.
La domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario sammarinese prevede le seguenti festività[13]:
Come in Italia sono stati aboliti i giorni della Festa del papà, dell’Ascensione e dei Santi Pietro e Paolo, ma non il Corpus Domini.
Per tutti gli uffici della Città del Vaticano e della Santa Sede la domenica è sempre giorno festivo. In aggiunta, il calendario vaticano prevede le seguenti festività che sono osservate anche dalle ambasciate presso la Santa Sede:[6][14]
A Malta la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario maltese prevede le seguenti festività[15]:
In Francia la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario francese prevede le seguenti festività[16]:
Alcune particolarità sono riservate all’Alsazia-Lorena e ai dipartimenti d'oltremare.[17]
A Montecarlo la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario monegasco prevede le seguenti festività[18]:
Ad Andorra la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario andorrano prevede le seguenti festività[19]:
Nel diritto andorrano il Natale, il Capodanno, la Festa Nazionale e quella della Costituzione hanno maggior peso, essendo espressamente vietato il lavoro a parte i servizi essenziali autorizzati. Vi è poi un'ulteriore festività, la Giorno di Festa, ossia un giorno festivo stabilito da ogni comune limitatamente al proprio territorio.
In Spagna la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario spagnolo prevede le seguenti festività[20]:
Caratteristica dell'ordinamento spagnolo è un'ulteriore festività, la Festa Regionale, ossia un giorno festivo stabilito da ogni comunità autonoma limitatamente al proprio territorio.[21] Vi è poi un'ulteriore festività, la Giorno di Festa, ossia un giorno festivo stabilito da ogni comune limitatamente al proprio territorio.[22]
In Portogallo la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario portoghese prevede le seguenti festività[23]:
In Belgio la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario belga prevede le seguenti festività[24]:
In Lussemburgo la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario lussemburghese prevede le seguenti festività[25]:
In Austria la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario austriaco prevede le seguenti festività[26]:
Le singole province possono poi aggiungere una loro festa locale.
In Liechtenstein la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario lictestaniano prevede le seguenti festività[27]:
Sono inoltre previste due altre festività, la Candelora e la Festa del papà, che tuttavia possono essere convertite in riposi alternativi a seconda dei contratti di lavoro.
In Slovenia la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario sloveno prevede le seguenti festività[28]:
In Croazia la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua, ossia la domenica successiva al primo plenilunio successivo al 21 marzo.[4] In aggiunta, il calendario croato prevede le seguenti festività:[29]
In Grecia la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua calcolata secondo il computo giuliano. In aggiunta, il calendario greco prevede le seguenti festività:[30]
A Cipro la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua calcolata secondo il computo giuliano. In aggiunta, il calendario cipriota prevede le seguenti festività, tenendo presente che la Costituzione impone che tutte le feste greche lo siano anche sull’isola:[31][32]
In Romania la domenica è giorno festivo, e quindi automaticamente la Pasqua calcolata secondo il computo giuliano. In aggiunta, il calendario rumeno prevede le seguenti festività:[33]
Il legislatore rumeno sta introducendo nuove feste di continuo, sia religiose che politiche.
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