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Roger & Me

film documentario del 1989 diretto da Michael Moore Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Roger & Me è un film del 1989 diretto da Michael Moore. Esordio del regista, il film documentario narra della crisi della General Motors e della chiusura nel 1986 di una fabbrica di automobili a Flint, città natale del regista, nello stato americano del Michigan. Il Roger del titolo, infatti, è Roger B. Smith, ex amministratore delegato dell'azienda automobilistica statunitense.

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Il regista mostra nel documentario l'impossibilità di avere un colloquio con Smith, ritenuto il responsabile del licenziamento di 30.000 lavoratori. Moore usa il pretesto di questa intervista impossibile per raccontare le storie degli operai, delle famiglie e della miseria nella sua città. Il regista, ancora semi-sconosciuto, non riuscirà a parlare con Roger, ma riuscirà con efficacia a raccontare le disastrose conseguenze della chiusura dello stabilimento sulla sua città e la sua gente.

Con questo disarmante documentario, pieno di satira, Moore racconta un'America nascosta ai più, quella in cui i presidenti delle grandi multinazionali, gli stessi che appaiono in televisione sempre sorridenti e affabili, non mantengono affatto le loro promesse e continuano a fare affari e ad arricchirsi noncuranti delle conseguenze delle loro azioni sui propri dipendenti.

Nel 2013 è stato scelto per essere conservato nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti d'America.[1]

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Trama

Riepilogo
Prospettiva

Moore dà inizio al documentario presentando se stesso e la sua famiglia attraverso filmati d'archivio: si descrive come il classico cattolico irlandese-americano della classe media degli anni Cinquanta, figlio di un dipendente della General Motors che assemblava candele automobilistiche. Moore racconta come la GM avesse precedentemente definito la sua infanzia a Flint, nel Michigan, e come l'azienda fosse il principale centro economico e sociale della città. Moore sottolinea che Flint è il luogo in cui ebbe luogo un grande sciopero degli anni Trenta, che portò alla nascita del sindacato della United Automobile Workers. Rivela che i suoi eroi erano i nativi di Flint che erano sfuggiti alla vita oppressiva nelle fabbriche della GM, tra cui "il figlio nativo più famoso di Flint", il conduttore di game show Bob Eubanks. Eubanks viene intervistato mentre si prepara a realizzare una versione teatrale di The Newlywed Game, in cui racconta una battuta volgare sulle donne ebree.

Inizialmente, Moore realizza il suo sogno di evitare la vita in fabbrica dopo essere stato assunto dalla rivista Mother Jones a San Francisco, ma questa impresa fallisce presto ed è costretto a tornare a Flint. Al suo ritorno, nel 1986, la GM annuncia il licenziamento di migliaia di lavoratori dello stabilimento di Flint, in quanto i loro posti di lavoro saranno esternalizzati a manodopera più economica e non sindacalizzata in Messico. La GM annuncia questo cambiamento nonostante stia realizzando profitti record.

Travestito da giornalista televisivo, Moore intervista alcuni operai della fabbrica di Flint e scopre il loro forte disgusto per il presidente della GM Roger B. Smith. Moore inizia a cercare Roger personalmente per affrontarlo in merito alla chiusura degli stabilimenti, tentando ripetutamente di fargli visita presso la sede centrale della GM a Detroit, ma viene bloccato dalla sicurezza dell'edificio. Moore prova dunque di rintracciare Roger al Grosse Pointe Yacht Club e al Detroit Athletic Club, due circoli molto ristretti ed esclusivi della città, solo per sentirsi dire o che Roger non si trova lì o di andarsene, da dipendenti e guardie di sicurezza.

Da lì, Moore inizia a esplorare l'impatto emotivo della chiusura degli stabilimenti sui suoi amici. Intervista Ben Hamper, un operaio automobilistico che ha avuto un esaurimento nervoso sulla catena di montaggio e ora risiede in una struttura di salute mentale. Moore parla anche con gli abitanti del ricco sobborgo di Grand Blanc, confinante con Flint, i quali mostrano atteggiamenti classisti nei confronti delle difficoltà della vicina città.

Moore cambia rotta e punta la sua indagine sul Flint Convention and Visitors Bureau, il centro turistico della città, il quale promuove una politica turistica vigorosamente incompetente. Il centro turistico, nel tentativo di attirare i turisti a visitare Flint, progetta e consente la costruzione di un hotel Hyatt, di un grande centro commerciale, denominato Water Street Pavilion, e di AutoWorld, acclamato come il più grande parco a tema al coperto del mondo. Tutti questi sforzi tuttavia falliscono rapidamente: l'Hyatt dichiara bancarotta e viene messo in vendita, il Water Street Pavilion vede la maggior parte dei suoi negozi chiudere e AutoWorld chiude sei mesi dopo la sua apertura.

Persone di alto profilo si recano a Flint per portare speranza ai disoccupati, alcune delle quali intervistate da Moore. Anche il presidente Ronald Reagan visita la città e suggerisce ai lavoratori automobilistici disoccupati di trovare un altro impiego trasferendosi dall'altra parte del paese. Anche Pat Boone e Anita Bryant, i quali hanno fornito alla GM il sostegno di numerose celebrità, vengono in città. Boone riferisce a Moore che Roger è un tipo "ottimista e intraprendente".

In un ennesimo tentativo di approcciare Roger, Moore partecipa, travestito da azionista della GM, alla loro assemblea annuale. Nonostante il travestimento, quando Moore parla al microfono per esprimere le sue lamentele, Roger lo riconosce, lo caccia e fa rinviare l'assemblea, nonostante i tentativi di Moore di interromperlo. Nel frattempo, Moore incontra e intervista altri residenti di Flint, scossi dalle ricadute economiche dei licenziamenti. Janet, ex conduttrice radiofonica femminista, si licenzia e va a lavorare ad Amway come commessa. Un'altra residente, Rhonda Britton, si mette a vendere conigli per farne diventare "animali domestici o carne". Prevalente durante tutto il documentario è il vice sceriffo Fred Ross, un ex operaio il cui nuovo impiego gli richiede ora di andare in giro per Flint eseguendo un numero record di sfratti a famiglie incapaci di pagare l'affitto.

Durante i licenziamenti in massa, il tasso di criminalità di Flint sale alle stelle, con sparatorie e omicidi sempre più frequenti. La criminalità diventa così diffusa che quando il programma Nightline della ABC News cerca di realizzare un servizio in diretta sulla chiusura degli stabilimenti, qualcuno ruba il furgone della rete, interrompendo bruscamente la trasmissione. Anche la prigione della contea si riempie al massimo e, a causa del sovraffollamento, ne viene costruita una seconda. La vita a Flint diventa così disperata che la rivista Money classifica la città come il peggior posto in cui vivere negli Stati Uniti.

Al culmine del film, Moore affronta finalmente Roger durante il suo messaggio annuale di Natale del 1988, a Detroit. Roger viene mostrato mentre racconta la generosità eloquente che verrà elargita durante le festività natalizie, nello stesso momento in cui il vice sceriffo Ross sfratta un'altra famiglia. In seguito al discorso, Moore finalmente affronta Roger, riferendogli degli sfratti e chiedendogli di venire a Flint. Roger non gli risponde.

Dopo i titoli di coda, il film mostra il messaggio: "Questo film non può essere proiettato nella città di Flint. Tutti i cinema hanno chiuso".

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Riconoscimenti

Note

Collegamenti esterni

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