Caput mundi

L'espressione latina caput mundi, riferita alla città di Roma, significa "capitale del mondo", e si ricollega alla grande estensione raggiunta dall'Impero romano

(latino)

«Abi, nuntia […] Romanis, caelestes ita velle ut mea Roma caput orbis terrarum sit»

(italiano)
«Va' e annuncia ai Romani che la volontà degli dèi celesti è che la mia Roma diventi la capitale del mondo»

(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, I, 16)

Roma capitale imperiale all'apice dell'espansione territoriale

tale da fare - secondo il punto di vista degli storiografi imperiali - della città capitolina il crocevia di ogni attività politica, economica e culturale mondiale.

L'espressione caput mundi venne utilizzata dal poeta latino Marco Anneo Lucano nella sua Pharsalia:

(latino)

«ipsa, caput mundi, bellorum maxima merces,
Roma capi facilis […]»

(italiano)
«la stessa Roma, capitale del mondo, la più importante preda di guerra,
agevole a soggiogarsi […]»

(Marco Anneo Lucano, Pharsalia, II, 655-656)

e, prima ancora, nella versione caput orbis, da Ovidio negli Amores:

(latino)

«Tityrus et fruges Aeneiaque arma legentur,
Roma triumphati dum caput orbis erit»

(italiano)
«Titiro e le messi e le armi di Enea si leggeranno finché
Roma sarà la capitale del mondo soggiogato»

(Ovidio, Amores, I, 15, 25-26)

Nel Medioevo si diffuse invece la formula:

(latino)

«Roma caput mundi regit orbis frena rotundi»

(italiano)
«Roma capitale del mondo regge le redini dell’orbe rotondo»

Il verso è citato anche dallo storico e medievista tedesco Ferdinand Gregorovius^[1].

Nel facsimile (1896) di Konrad Miller della Mappa di Hereford (1276-83) è riportato:

(latino)

«Roma caput mundi tenet orbis frena rotundi»

(italiano)

«Roma capitale del mondo tiene le redini dell’orbe rotondo»