storico italiano (1951-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Salvatore Lupo (Siena, 7 luglio 1951) è uno storico italiano, considerato fra i massimi esperti nei temi di mafia e fascismo[1].
Professore ordinario di storia contemporanea all'Università di Palermo e in precedenza docente di storia contemporanea presso la Facoltà di Scienze politiche dell'Università di Catania, è presidente dell'IMES (Istituto Meridionale di Storia e Scienze Sociali) di Catania e vicedirettore della rivista quadrimestrale dell'istituto, Meridiana[2] di cui è stato uno dei fondatori. È membro del comitato di redazione di "Storica".
È uno dei più quotati studiosi della mafia in ambito italiano, autore di numerose pubblicazioni sul fenomeno criminoso e di storia contemporanea; grazie al suo testo Quando la Mafia trovò l'America[3] ha vinto, nel 2009, il premio letterario Vitaliano Brancati.[4]
Il 1º dicembre 2015, a Roma, è stato invitato all'audizione della "Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere", nell'ambito dell'istruttoria sui rapporti tra mafia e politica in Sicilia.[5][6][7] Sono state molto criticate - oltre che di minoranza - le sue posizioni secondo le quali la trattativa Stato-mafia non è mai esistita; il delitto, nel 1980, del presidente della Regione siciliana Piersanti Mattarella non fu commissionato né eseguito da fascisti; e, per lo sbarco in Sicilia nel luglio 1943, l'esercito americano non si avvalse del supporto della mafia locale o americana.
Ha partecipato a numerose trasmissioni televisive e radiofoniche per emittenti nazionali e regionali, fra cui:
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