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Tāj-al-Salṭana
principessa persiana Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Tāj-al-Salṭana (in persiano: تاج السلطنه; Teheran, 14 febbraio 1883 – Teheran, 25 gennaio 1936) è stata una principessa e scrittrice persiana della dinastia Qajar.
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Biografia

Figlia dello scià Nasser al-Din Shah Qajar e della consorte Maryam Turan al-Salṭana[3], la principessa Taj-al-Saltana nacque nel 1883 (1301 d. H.). All'età di 7 anni iniziò a frequentare la scuola, dove, oltre al persiano, imparò l'arabo e il francese.
All'età di 10 anni venne data in sposa ad Amir Hussein Khan Shoja'al Saltaneh, da cui divorziò nel 1899, dopo aver dato alla luce quattro figli (due femmine e due maschi), poi affidati al padre.
Nel 1908 si risposò con Kowloer Ahasi.
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Interesse per l'arte e la letteratura
Durante gli studi conobbe le opere di Victor Hugo, Jean-Jacques Rousseau e Otto von Bismarck, che furono di ispirazione per la scrittura delle sue memorie (Ḵāṭerāt)
Di Tāj-al-Salṭana si ivaghì il noto poeta persiano Aref Qazviní, che le dedicò il famoso poema Ey Tadj.
Diritti delle donne
Riepilogo
Prospettiva
«Quando verrà il giorno in cui vedrò il mio sesso emancipato e il mio Paese sulla strada del progresso, mi sacrificherò sul campo di battaglia della libertà, versando il mio sangue assieme a quello dei miei compagni che amano la libertà e combattono per i propri diritti.»
Tāj-al-Salṭana è considerata una femminista e una pioniera dei diritti delle donne in Iran.[4] Fu infatti tra le fondatrici del gruppo clandestino per i diritti delle donne persiane chiamato Anjoman Horriyyat Nsevan (Società della libertà delle donne), creato nel 1910 per rivendicare l'eguaglianza delle donne.
Scrittrice, pittrice, intellettuale ed attivista, organizzava incontri letterari a casa sua una volta alla settimana. È ricordata anche per essere stata la prima donna della corte reale a togliersi lo hijab ed indossare vestiti occidentali.
Le sue memorie furono pubblicate nel 1996 con il titolo di Coronazione angustiosa: Memorie di una principessa persiana. Dall'harem alla modernità 1884-1914, con una prefazione di Abbas Amanat, tradotte da Anna Vanzan e Amin Neshati.
Morì nel 1936. I suoi resti riposano nel cimitero di Tajrish.
La sua vita, i suoi scritti e le sue idee femministe sono oggetto degli studi mediorientali delle università di Teheran e Harvard.
Titoli e onorificenze
- "Begum Khanoum" (sua eccellenza la signora).
- "Amirzada o Amirzadi" (principessa).
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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