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Tartrà
piatto piemontese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La tartrà è un budino salato[1], specialità della cucina povera piemontese, a base di uova, cipolla, latte e aromi, tipica della cucina di campagna.
Storia
Fino a qualche secolo fa era un piatto unico; dal XXI secolo la tartrà è diventata un antipasto di molti ristoranti, che lo propongono come una prelibatezza gastronomica; costa poco ed è una curiosità gastronomica di semplice preparazione, ormai dimenticata dai contadini e dalla cucina casalinga.
Preparazione
Si prepara mescolando le uova con il formaggio grana grattugiato, si fanno soffriggere la cipolla e l'aglio in padella e poi si aggiunge alle uova sbattute, si aggiunge salvia e rosmarino o maggiorana e infine latte. Potrebbe sembrare una frittata, però la si cuoce in formelle a bagnomaria al forno, a 175 °C per 20 minuti. Questa cottura fa lievitare il budino salato come un soufflé o un flan. Si serve con bagnet verd, crema di funghi o crema di piselli o un po' di fonduta.
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Abbinamento ai vini
Un tempo come piatto unico nelle corti contadine, non poteva essere accostato che ad un vino pieno e corposo, con caratteristiche acide tipiche di Barbera d'Alba, Dolcetto d’Alba, Dolcetto di Dogliani e Verduno Pelaverga[2].
I ristoranti la abbinano ad un vino bianco secco[3], anche leggermente frizzante, al massino di 1-2 anni d'età e servito a IO°C, come il Roero Arneis, il Piemonte Chardonnay e il Pinot bianco delle Langhe[4] e il Cortese di Gavi.
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