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Prospettiva
Pitiriasi versicolor
infezione cutanea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La pitiriasi versicolor o tinea versicolor è un'infezione cutanea superficiale causata da alcuni funghi del genere Malassezia che normalmente vivono sulla cute umana.
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Epidemiologia
La pitiriasi versicolor è una malattia molto comune e presente in tutto il mondo che colpisce persone in buona salute, in particolare le popolazioni che vivono in regioni tropicali o subtropicali. Ne sono particolarmente soggette donne sane nella prima maturità (20-29 anni) ed in generale i giovani adulti.[1] Per quanto riguarda le zone endemiche, essendo associata all'eccessivo calore[2] e alla sudorazione che esso comporta, è più diffusa nelle regioni a clima caldo. Alcuni studi epidemiologici hanno inoltre dimostrato la presenza di predisposizione familiare.[3] La pitiriasi versicolor colpisce leggermente più di frequente le donne.
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Eziologia
I funghi patogeni responsabili sono quattro delle undici specie di Malassezia (furfur, sympodialis, globosa e obtusa),[4] funghi responsabili di molte patologie a livello dermatologico,[5] chiamate un tempo Pytirosporum orbiculare.
Le cause che portano all'infezione possono essere correlate alla gravidanza, a una malattia come il diabete, a uno stato di denutrizione cronica o di inefficiente igiene personale.
In realtà, in situazioni normali, l'igiene personale ha poco a che fare con la comparsa del fungo, anzi essendo la sua proliferazione aumentata da ambienti umidi e caldi, docce calde possono creare un ambiente adatto allo sviluppo del fungo.
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Clinica
Riepilogo
Prospettiva

La pitiriasi versicolor è caratterizzata da alterazioni della pigmentazione cutanea, con macchie irregolari, ben demarcate e piane di colore marrone chiaro se su pelle chiara o chiaro rispetto alla cute sana circostante se di pelle scura poiché il lievito interferisce con la produzione di melanina.[6]. Le parti più colpite sono il torace, le braccia, il viso, il collo e le spalle ma le macchie si possono riscontrare in qualsiasi parte del corpo. Normalmente si tratta di una micosi asintomatica, in certi casi è riscontrabile prurito. Non produce risposta immunitaria. Al microscopio ottico Malassezia furfur e Malassezia globosa appaiono sotto forma di lieviti riuniti in gruppi di cellule sferiche od ovali con un diametro variabile da 3 a 8 µm ed è di facile riscontro anche la presenza di piccole ife spesso allineate fra loro. Al microscopio elettronico ciascuna cellula del lievito ha forma ovale e possiede presso il punto di gemmazione, collocato ad uno dei due poli, un collaretto ben visibile.
Si distinguono quattro forme:
- pigmentata: chiazze ovalari di varia grandezza, di color caffè-latte, non pruriginose che possono desquamare al grattamento. Possono essere ben limitate o confluire. Si localizzano al tronco, al collo, alla radice degli arti. Alla luce di Wood danno una debole fluorescenza giallastra;
- leucodermica: chiazze più chiare della cute circostante, non desquamano e non danno prurito. Non sono fluorescenti in quanto disabitate. (Questa forma si osserva alla fine dell'estate e scompare spontaneamente in inverno);
- eritematosa: chiazze eritematose e pruriginose;
- atrofica: "a cartina di Sigaretta".
Diagnostica
Oltre all'esame obiettivo risulta determinante l'esame alla luce di Wood (meglio conosciuta come "Reazione di Wood") che visualizza il lievito sotto forma di una fluorescenza gialla. È possibile visualizzare il lievito con il microscopio ottico dopo il prelievo di squame dallo strato cheratinizzato dell'epidermide e la colorazione con PAS o ematossilina-eosina. La coltura, sebbene non sia un metodo comune di diagnosi, può essere effettuata su appositi terreni con aggiunta di olio d'oliva.
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Trattamento
La pitiriasi versicolor è una malattia cronica e persistente e di norma non guarisce spontaneamente. Si usano farmaci ad uso topico come alcune forme di shampo con solfuro di selenio (al 2,5%) oppure solfuro-salicilico (al 2%). Altri principi attivi si utilizzano quando è di forma persistente:
- Fluconazolo (400 mg)[7]
- Ketoconazolo (200 mg)
- Itraconazolo, 100 mg, due volte al giorno per 5-7 giorni[8]
Inoltre, una maggiore cura della propria igiene allontana la possibilità di recidive. In alcuni soggetti il fungo si ripresenta con insistenza e sembra che non ci siano modalità per eliminare completamente il problema se non per periodi limitati.
Sono molto utili esposizioni a fumi termali di origine sulfurea dal momento che lo zolfo combatte il microrganismo.
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Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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