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compravendita di sostanze illegali Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il traffico di droga è un sistema di compravendita illegale delle sostanze stupefacenti.
Quest’attività è considerata una delle principali fonti di entrate di tutte le organizzazioni criminali definite di "stampo mafioso", nonché dei cosiddetti cartelli della droga dell'America Latina e dei Caraibi.
Il sistema internazionale di controllo e lotta al traffico di sostanze stupefacenti nasce con la Conferenza internazionale di Shanghai (1909), convocata dal presidente statunitense Theodore Roosevelt, preoccupato dal consumo dilagante di oppio nelle Filippine (divenute colonia statunitense a seguito della guerra ispano-americana).[1][2][3] La Conferenza di Shanghai e poi quella de L'Aia portarono alla stesura della Convenzione Internazionale sull'oppio, che venne firmata a L'Aia il 23 gennaio 1912 da Germania, Stati Uniti, Cina, Francia, Regno Unito, Italia, Giappone, Paesi Bassi, Persia, Portogallo, Russia e Siam. Gli Stati firmatari s'impegnarono a fare «ogni sforzo per controllare o fare controllare tutti coloro che fabbricano, importano, vendono, distribuiscono ed esportano la morfina, la cocaina e i loro rispettivi sali, nonché gli stabilimenti dove queste persone esercitano tale industria o commercio» e a proibire l'esportazione di tali sostanze verso i Paesi che ne avessero fatto specifico divieto.[4] Nel 1919 ottenne validità mondiale essendo incorporata nel Trattato di Versailles, che affidò il controllo sui commerci internazionali di droga alla neocostituita Società delle Nazioni.[1]