Dopo il versetto introduttivo ("O Dio, vieni a salvarmi", "Signore, vieni presto in mio aiuto" dal salmo 69[3]) o, nel caso sia la prima ora celebrata nella giornata, dopo l'invitatorio, la celebrazione procede con:
- Un inno di composizione ecclesiale, che varia in base ai giorni della settimana o ai tempi liturgici o, nella versione latina, anche in base alla celebrazione se avviene in ore diurne o notturne.
- Uno o più salmi o parti di esso. I salmi seguono il ciclo mensile del salterio, ma in alcuni giorni nei tempi di Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua sono utilizzati salmi di carattere storico che normalmente non sono previsti nei corrispondenti giorni del ciclo nel Tempo ordinario o per Annum.
- Un versetto di separazione tra i salmi e le successive letture.
- Una lettura biblica, più lunga di quelle normalmente utilizzate nelle altre ore. Di solito si fa una lettura semicontinua di un libro della Bibbia che si estende per diversi giorni o anche settimane.
- Una lettura dei Padri della Chiesa, o tratta da altri documenti ecclesiali o, nelle celebrazioni dei santi, una lettura agiografica. È scelta normalmente in maniera abbastanza libera. Alcune volte concorda a maniera di commento con la lettura biblica precedente, altre volte può concordare con il vangelo della messa del giorno. In pochi casi viene fatta una lettura continua o semicontinua di uno scritto più lungo.
- Nelle domeniche o nelle celebrazioni con il grado di solennità o festa, si dice l'inno Te Deum.
- Una orazione finale.
È possibile prolungare le celebrazioni delle vigilie di domeniche e feste aggiungendo prima del Te Deum:
- alcuni brani di cantici della Bibbia (in base al tempo liturgico);
- un brano evangelico, normalmente un racconto della risurrezione di Gesù.