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Veleso

comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

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Veleso (Veles in dialetto comasco[4][N 1], AFI: /ˈveles/) è un comune italiano di 197 abitanti[1] della provincia di Como in Lombardia.

Dati rapidi Veleso comune, Localizzazione ...

Il territorio comunale è costituito, oltre che dal capoluogo, anche dalla frazione di Erno e dall'agglomerato di case sparse denominato Gorla, tutte storicamente riconosciute dalla comunità.

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Geografia fisica

Il territorio di Veleso si sviluppa in una zona montuosa del Triangolo Lariano, ai piedi del Monte San Primo.[5]

Origini del nome

Il toponimo Veleso deriverebbe da un termine celtico il cui significato sarebbe "veduta da lontano".[6]

Storia

Riepilogo
Prospettiva

Gli annessi agli Statuti di Como del 1335 citano i comuni de Herno et Velexe come le comunità che, all'interno della pieve di Nesso, erano incaricate della manutenzione del tratto di via Regina compreso tra un determinato ponte fino al "terminum qui est punta Saxi quod est intus fopam de Zognio".[7]

Nei secoli successivi Veleso seguì le sorti della pieve di Nesso, dapprima regalata da Ludovico il Moro a Lucrezia Crivelli nel 1497 e quindi infeudata alla famiglia Casnedi dal 1647 al 1787,[8][9] anno in cui l'ultimo erede maschio morì e la pieve ritornò alla Regia camera del Ducato di Milano.[10]

Dopo una prima esperienza di unione tra i comuni di Veleso ed Erno, nel 1741 quest'ultimo tornò temporaneamente a costituire un'entità comunale autonoma.[11] Nel 1751, il territorio comunale di Erno si estendeva al cassinaggio di Molino.[11] Nel 1753 Erno fu definitivamente riunito a Veleso.[11]

Nel 1797 il muratore Pietro Zerboni, emigrato da Erno verso la Germania, importò per la prima volta sul suolo italiano un macchinario per la tessitura di tele metalliche, grazie al quale fondò una florida impresa a Milano. Grazie al lavoro di maestranze provenienti da Erno, Veleso e Zelbio, l'azienda realizzò vari prodotti, tra cui, attorno alla metà dell'Ottocento, un sipario metallico anti-incendio per il Teatro alla Scala.[12][13][14]

Un decreto di riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico datato 1807 sancì l'annessione del comune di Veleso con Erno a Nesso,[15] decisione cancellata dalla Restaurazione.[16]

Nel 1928 si registrò la fusione di Zelbio e Veleso in un unico comune denominato "Zelbio-Veleso".[17] L'unione abrogata nel 1948, con la ricostituzione del comune di Veleso con le frazioni Erno e Gorla.[12][18]

Simboli

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con decreto del presidente della Repubblica del 9 febbraio 1994.[19]

«Troncato: nel primo, di azzurro, al monte all'italiana di tre colli, d’oro, fondato sulla linea di partizione e accompagnato da quattro stelle di otto raggi, d'oro, poste negli angoli; nel secondo, inquartato di rosso e di argento, al crivello d’oro, attraversante in cuore. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il monte di tre cime vuole ricordare la geografia montuosa del territorio; la signoria della famiglia Crivelli è rappresentata dal loro stemma: un inquartato di rosso e d'argento con un crivello d'oro; le stelle rappresentano il paese stesso, la frazione Erno e l'agglomerato di case sparse conosciuto con il nome di Gorla.[20]

Il gonfalone è un drappo di bianco.

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Monumenti e luoghi d'interesse

Riepilogo
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Architetture religiose

L'antica divisione comunale tra Veleso ed Erno si rispecchia nella presenza di due rispettive parrocchiali:

Il centro di Veleso ospita anche la chiesetta dell'Addolorata. Risalente al XV secolo,[24] fu restaurata negli anni 1954 e 1982.[6]

Espressione della devozione popolare sono anche una serie di cappelle dislocate sul territorio:

  • Cappella alla Madonna di Caravaggio, costruita in centro paese nel 1710;[6]
  • Cappella in località Crignolo, costruita in ricordo alla peste del Seicento;[6]
  • Cappella di San Rocco, costruita attorno al 1721 nel cimitero paesano;[6]
  • Cappella dei fratelli Frisoni, costruita in seguito alle guerre mondiali del Novecento sulla strada per la Forcoletta.[6]

Aree naturali

Da Veleso si snodano una serie di sentieri attraverso cui è possibile raggiungere le seguenti aree naturali presenti sul territorio.

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Società

Evoluzione demografica

Demografia pre-unitaria

  • 1751: 459 abitanti a Veleso e 173 a Erno[7][11]
  • 1771: 303 abitanti a Veleso con Erno[32]
  • 1799: 550 abitanti a Veleso con Erno[15]
  • 1805: 632 abitanti a Veleso con Erno[15]
  • 1809: 468 abitanti (prima dell'annessione a Nesso)[15]
  • 1853: 606 abitanti[16]

Demografia post-unitaria

Abitanti censiti[33]

Cultura

Cucina

Piatti tipici della zona sono la pulénta vüncia, la supa de scigulin, il paradell e la pulenta balota.[5]

Economia

Agricoltura e artigianato

Centro dalla vocazione agro-pastorale, Veleso fu per lungo tempo una terra dedita alla coltivazione di cereali, alberi da frutta e castagni e all’allevamento in pascoli ad alta quota, quest'ultimo parzialmente praticato ancor'oggi con un'annessa produzione casearia da latte vaccino e di capra nelle baite dislocate sul territorio.[5]

Da un punto di vista manifatturiero, tipica dell’artigianato locale è la produzione di cestini in legno di nocciolo.[5]

Industria

Sotto il profilo industriale, nella frazione di Erno è tuttora attiva una tradizionale attività di lavorazione della tela metallica,[34] iniziata nel 1797 con la prima importazione nel suolo italiano di appositi macchinari provenienti dalla Germania da parte di un emigrato ernese.[5]

Attualmente il sindaco è la Dottoressa Livia Cioffi.

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Note

Bibliografia

Altri progetti

Collegamenti esterni

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