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Blister
tipo di confezione in plastica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il blister è un tipo di confezione in plastica precostruita e utilizzata come contenitore di piccoli oggetti. Per le sue caratteristiche di leggerezza, maneggiabilità e protezione del contenuto, determinati tipi di blister vengono utilizzati come contenitori monodose di farmaci.


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Caratteristiche
Le due componenti principali del blister sono la cavità costituita da un materiale sufficientemente deformabile come plastica e alluminio, ottenuta tramite il riscaldamento del materiale nella fabbrica oppure per mezzo di strumenti meccanici, e l'opercolo (ossia il coperchio), di carta, plastica o alluminio sfondabile. La cavità contiene, di norma, il prodotto, mentre sul coperchio sono riportate, in particolar modo per le medicine, informazioni sul produttore e sul contenuto. Il blister si apre - definitivamente - premendo con un dito contro la cavità deformabile: la pressione, esercitata dal dito, tramite l'oggetto contenuto, sul coperchio, sfonda il medesimo, permettendo la fuoriuscita del prodotto.
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Uso farmaceutico
Riepilogo
Prospettiva
I blister sono comunemente utilizzati come unità di misura per le compresse farmaceutiche, le pillole e altre specialità medicinali. Il principale vantaggio nell'utilizzo di questo sistema logistico è la sicurezza dell'integrità del prodotto, che risulta garantita (è difficile manomettere dopo il confezionamento il prodotto contenuto nella cavità senza rompere irrimediabilmente il coperchio del blister) e la possibilità di visualizzare e tener conto facilmente delle dosi prese e di quelle ancora dentro la confezione. La confezione, inoltre, può riportare la data di scadenza del prodotto e altre informazioni utili.
In farmacia i blister con le specialità medicinali vengono prodotti dalla stessa casa farmaceutica che li utilizzerà, o da un'azienda designata, riempiti del medicinale opportuno e chiusi da una sola, medesima, macchina. Questo processo è chiamato blisterine.
Il deblistering è una pratica in uso nel Regno Unito, Germania, Francia ed è autorizzato anche in alcune regioni italiane come la Lombardia. Consente una medicina personalizzata, più aderente alle esigenze dei malati cronici, anziani e politrattati. In linea di principio, in Italia non è vietato e non necessita nemmeno di atti autorizzativi nei confronti delle farmacie che lo esercitano.[1]
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Usi generici
Altri usi del blister si trovano nel confezionamento di prodotti comuni, come giocattoli, spazzolini da denti, cosmetici e componenti hardware. La comodità consiste nella possibilità, da parte del cliente, di prendere visione del contenuto, tramite la cavità del blister in materiale trasparente, comunemente PVC.
Sicurezza
Mentre per le specialità mediche come le pastiglie è essenziale la possibilità di aprire la confezione velocemente e senza eccessiva fatica, determinati tipi di blister possono essere utilizzati per impedire l'apertura della confezione. È il caso dei "blister a conchiglia", utilizzati soprattutto per contenere prodotti di discreto valore sufficientemente piccoli da poter essere trafugati, nascondendoli alla vista del personale dei negozi (pratica definita anche come taccheggio). Utilizzati soprattutto per i videogiochi la cui distribuzione avvenga tramite supporto fisico e in generale per materiali elettronici, i blister a conchiglia sono formati da due parti in PVC di forma opportuna, saldate tra di loro e tali da produrre una confezione resistente da non poter essere aperta con le sole mani, ma richiedente l'ausilio di forbici o altri strumenti da taglio.
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Produzione
Riepilogo
Prospettiva
Tramite alte temperature
Nel caso di produzione delle confezioni blister tramite alte temperature, una pellicola termoplastica avvolta su di una bobina è srotolata e condotta in una "stazione di preriscaldamento", dove viene portata ad una temperatura variabile a seconda del materiale utilizzato, rendendo la plastica malleabile. La plastica calda viene successivamente condotta in una seconda stazione dove, tramite uno stampo ad alta pressione (tra 4 e 8 bar), forma le varie cavità. Dopo questa operazione la plastica viene raffreddata e lo stampo rimosso, in modo che la forma rimanga impressa sulla pellicola.
Processo a freddo
Nel caso di produzione a freddo, una pellicola a base di alluminio viene pressata su uno stampo. Questi blister sono chiamati in gergo tecnico "CFF" (dall'inglese Cold Form Foil, lamina formata a freddo).
Il vantaggio dei CFF deriva dall'utilizzo dell'alluminio, che offre una completa protezione del contenuto dall'acqua e dall'ossigeno. Gli svantaggi sono una minore velocità di produzione dei blister, se confrontata con quelli prodotti tramite le alte temperature, la perdita di trasparenza della confezione e la grandezza della confezione blister, poiché l'alluminio non può essere deformato con angoli che si avvicinino a 90°.
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Materiali usati in ambito farmaceutico
PVC
Il materiale più utilizzato in ambito farmaceutico per i blister è il polivinilcloruro. I principali vantaggi del PVC sono il basso costo e la possibilità in produzione di usare alte temperature. Per contro, il PVC forma una barriera debole per l'umidità e l'ossigeno e ha una cattiva connotazione ambientale per il suo contenuto di cloro. Nel caso di blister farmaceutici, il PVC non deve contenere nessun plastificante e talvolta è indicato come PVC rigido o RPVC. In assenza di plastificanti, i blister offrono una buona rigidità strutturale e protezione fisica per le dosi farmaceutiche contenute; d'altra parte la cavità deve poter essere compressa, per liberare il contenuto, senza che si rompa o che la pressione da esercitare sia troppo elevata. Per questi motivi lo spessore di PVC utilizzato è generalmente compreso tra 0,2 mm e 0,3 mm.
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