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Canile

struttura dove viene accolto l'animale d'affezione abbandonato o randagio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Canile
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Un canile è una struttura dove si tengono cani[1] o altri animali d'affezione[2]. Storicamente, i canili erano anche luoghi di allevamento e selezione dei cani stessi[1]. Oggi con canile s'intende perlopiù il canile municipale, la struttura che accoglie cani randagi o malati, la cui gestione è affidata al comune[1].

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Un cane in un canile

La legge 281 del 14 agosto 1991 promuove la ristrutturazione e il risanamento dei canili municipali e la creazione di rifugi per cani[3], senza entrare nel merito di quale sia l'esatta distinzione tra i due tipi, demandando di fatto alle regioni l'esatta definizione di essi. In generale si può dire che le regioni considerano oggi il canile municipale tradizionale come canile sanitario[4][5] o canile di prima accoglienza[6], identificando nel rifugio il luogo più adatto per il soggiorno permanente dell'animale.

I canili accolgono cani vaganti ritrovati o catturati; una volta ricoverati, non possono generalmente essere soppressi; se dotati di tatuaggio debbono essere restituiti al proprietario o detentore; la legge prevede in caso di animale gravemente malato, animale incurabile, o comprovata pericolosità, la soppressione[7]. La legge, tuttora in vigore, incontra la ferma opposizione delle organizzazioni animaliste.

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Note

Bibliografia

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