miser

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miser m sing (comparativo miserior, superlativo miserrimus)

(riferito a persona), (anche sostantivato) misero, infelice, sventurato, sofferente, triste
- heu miser indigne frater adempte mihi - ah, sventurato fratello a me indegnamente tolto (Catullo, Carmina, carmen CI, 6)
- quod incredibilius videtur (...) aliquem in maximis et continuis doloribus non esse miserum - ciò che sembra più incredibile è che qualcuno, fra massime e continue sofferenze, non sia infelice (Seneca, Epistulae morales ad Lucilium, liber XIC, XCII, 15)
- me miserum! - povero me! (Ovidio, Amores, liber I, I, 25)
(riferito a cosa, evento) miserevole, pietoso, triste
- advenio has miseras, frater, ad inferias - giungo alle [tue] tristi esequie, fratello (Catullo, Carmina, carmen CI, 2)
- ad miseram maciem deformatus - sfigurato fino ad una miserevole magrezza (Apuleio, Le metamorfosi, liber I, VI)
(per estensione) riprovevole, ignominioso, indegno, infamante
- misera est ignominia iudiciorum publicorum - è riprovevole il disonore delle condanne pubbliche (Cicerone, Pro Rabirio perduellionis reo, 16)
ammalato, affetto

Ascolta la pronuncia (pronuncia classica) :

dubbia, ma probabilmente correlato al verbo maereo, "soffrire", e al sostantivo maeror, "sofferenza", riconducibili ad una radice del proto-indoeuropeo dalla quale discende anche il greco antico μῖσος, "odio"

quando riferito a persona, spesso sostantivato escludendo il soggetto, nel senso di "un infelice, un poveretto"

discendenti in altre lingue

Latino