Cantata dei giorni pari
raccolta di commedie di Eduardo De Filippo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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La Cantata dei giorni pari raccoglie le commedie che Eduardo De Filippo iniziò appena ventenne a scrivere, dal 1920, anno della pubblicazione di Farmacia di turno, al 1942, quando mise in scena Io, l'erede[1]. In questo contesto i "giorni pari" sono intesi come quelli fortunati differenziandoli da quelli negativi, dove va tutto storto, i giorni "dispari" come dicono i napoletani.
«Il mondo in fondo è un gran palcoscenico e la vita una commedia allegra o triste secondo i casi. Per vivere, gli uomini debbono adattarsi a recitare la commedia e debbono anche fingere di divertirsi»
(Eduardo De Filippo)
La prima pubblicazione, per Einaudi del 1959 fu insignita nel 1960 del Premio Speciale Viareggio per il Teatro.[2]
Eduardo nel 1975, in occasione della riedizione della raccolta pubblicata per l'editore Einaudi, volle riunire sotto questo titolo di "cantata"[3] quelle commedie che mostrassero il percorso creativo da lui compiuto dai testi, spesso atti unici, elaborati per il teatro di rivista napoletano sino a quelli, specie dopo l'incontro con Luigi Pirandello, che affrontavano temi più impegnati legati alla società borghese.