Caruggi di Genova
strada o vicolo, anche porticato, tipico dei centri storici liguri / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Il Caruggio o Carruggio ([ca'r:ud:ʒo], Caroggio in genovese) è una strada, vicolo o anche porticato tipico dei centri storici liguri. Il termine deriverebbe dal latino quadrivium, o dal più popolare quadruvium.[1]
In questi spazi angusti, stretti tra la colline e il mare, l’orgoglio dei ricchi mercanti e dei nobili genovesi fece edificare splendide dimore, dove furono raccolte e custodite per secoli opere d’arte, ancora visibili all’interno di alcuni dei palazzi, oggi musei aperti al pubblico. Tra gli edifici costruiti negli ultimi due secoli (XIX e XX) vi è la presenza di alcuni edifici di assoluto prestigio - i famosi Palazzi dei Rolli, patrimonio mondiale dell'umanità - il centro storico genovese
In questo mix di sapori, odori, colori, forme e stili architettonici, deve fare costantemente i conti con la propria parte più degradata, della quale sono un'evidente testimonianza - sul piano dell'urbanistica abitativa - gli oltre duemila bassi censiti (agosto 2006) nei soli vicoli di categoria secondaria, ovvero quelli meno frequentati dai turisti o dalla movida locale.
Il censimento, compiuto dalla Questura di Genova a distanza di quasi cent'anni da un precedente studio analogo, ha consentito di contabilizzare la miriade di entità architettoniche spurie, situate al piano strada di edifici in gravi condizioni e il più delle volte impiegate in maniera inappropriata.
I caruggi interessati dal fenomeno hanno nomi suggestivi, quali Vico chiuso della Rana, Vico Cicala, Vico degli Stoppieri, Vico Boccadoro, Vico delle Pietre preziose, Vico della Pace, Vico chiuso del Leone, Vico Macellari, Vico Santo Sepolcro, Vico Cavigliere e Vico dell'Olio.
Nel quadro di un'opera di recupero di queste realtà fatiscenti, le autorità locali sono state incaricate di accertare in particolare il grado di rispetto delle norme igienico-sanitarie e di quelle d'uso dei locali, attualmente adibiti prevalentemente a pied-à-terre per la prostituzione, negozi irregolari, magazzini e depositi, box per motocicli e unità multiabitative per immigrati extracomunitari.
Il dettaglio dei 2.154 bassi censiti (Fonte: Il Secolo XIX) ha definito in particolare la presenza di:
- 767 magazzini e depositi
- 757 locali in abbandono o in disuso
- 302 locali privi di accesso
- 56 locali chiusi o con attività cessata
- 49 locali in ristrutturazione
- 31 locali adibiti alla prostituzione
- 15 locali ad uso abitazione
- 177 locali adibiti a usi diversi
(Nell'immagine: un antico caruggio a Sottoripa)