Enantiomero
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Sono detti enantiomeri le entità molecolari che sono immagini speculari ciascuna dell'altra e non sovrapponibili.[1] I termini isomeri ottici[2] e antipodi ottici[3] sono sinonimi, ancorché deprecati.
Le molecole che manifestano questa isomeria sono dette chirali (dal greco χείρ, khéir, «mano»);[4] la chiralità è la proprietà delle molecole non sovrapponibili alla propria immagine speculare. Queste molecole non posseggono né piani di simmetria né centri di inversione né assi Sn superiori.
Le molecole chirali presentano nella loro struttura almeno un elemento stereogenico tridimensionale. Esempio di elemento stereogenico è un atomo di carbonio tetraedrico legato a quattro gruppi funzionali diversi.
Un esempio macroscopico di chiralità può essere rappresentato dalle due mani di una persona o dalle due scarpe di un unico paio: ogni mano, o ogni scarpa, rappresenta un enantiomero.
Una miscela 1:1 di due enantiomeri viene detta racemo e rappresentata con i simboli (RS), (dl) o (±). I singoli enantiomeri sono invece rappresentati con (R) o (S), (d) o (l), (+) o (–).[5]
All'interno di una miscela racemica l'eutomero è l'isomero più attivo, nel senso dell'azione desiderata e ricercata. Il distomero è invece l'enantiomero meno attivo.[6] Il rapporto eudismico è il rapporto di potenza tra l'eutomero e il distomero. Un alto valore del rapporto eudismico sta a significare un'interazione altamente specifica.