Enoch (antenato di Noè)
Angelo di Dio della religione ebraica / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Enoch è un personaggio biblico antediluviano, sesto discendente diretto di Adamo ed Eva lungo la linea di Set (la cosiddetta "grande genealogia dei Setiti" citato nel Libro della Genesi (5, 21-23[1]) e nella Lettera di Giuda dove si dice espressamente che fu "il settimo [patriarca] dopo Adamo" (Giuda 14[2]).
Enoch | |
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Il patriarca Enoch viene assunto da Dio in un disegno tratto da "Figures de la Bible, Gerard Hoet (1648–1733)" | |
Patriarca antidiluviano, antenato di Gesù Cristo | |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Canonizzazione | Precanonizzazione |
Attributi | Assunzione da Dio; in compagnia di Elia. |
Figlio di Iared, genera a sua volta Matusalemme, il nonno di Noè. Particolare la sua fine: "Enoch visse in tutto 365 anni, e camminò con Dio, poi non fu più veduto, perché Iddio lo prese". Questo enigmatico versetto ha fatto nascere la tradizione secondo cui egli sarebbe stato rapito in Cielo (come avverrà in seguito al profeta Elia). "Enoch piacque al Signore e fu rapito, esempio istruttivo per tutte le generazioni", dice infatti di lui Siracide 44, 16[3]. Così lo si ritrova anche nel Nuovo Testamento: "Per fede Enoch fu trasportato via, in modo da non vedere la morte; e non lo si trovò più, perché Dio lo aveva portato via. Prima infatti di essere trasportato via, ricevette la testimonianza di essere stato gradito a Dio" (Ebrei 11, 5[4]).
D'altronde lo stesso Elia non avrebbe conosciuto la morte poiché «salì nel turbine verso il cielo» con «un carro di fuoco e cavalli di fuoco» (2Re 2, 11[5])