Pavel Aleksandrovič Florenskij
filosofo, matematico e religioso russo / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Pavel Aleksandrovič Florenskij (in russo Па́вел Алекса́ндрович Флоре́нский?; Evlach, 9 gennaio 1882 – Leningrado, 8 dicembre 1937) è stato un filosofo, matematico e presbitero russo.
«Caro Kirill, […] la mia unica speranza è che tutto ciò che si fa rimane: spero che un giorno, in qualche modo pur a me sconosciuto, sarete ricompensati di tutto ciò che ho tolto a voi, miei cari. Se non fosse per voi, rimarrei in silenzio.»
(Pavel Aleksandrovič Florenskij, Non dimenticatemi, 1935)
A partire dal 1991, in seguito all'apertura degli archivi del KGB, l'editoria, la critica e la ricerca hanno riscoperto il suo contributo alla letteratura e alla filosofia contemporanea, evidenziandone la vasta gamma di implicazioni, che si muovono dal campo strettamente teologico alla filosofia della scienza. Irriducibile, difficilmente etichettabile sotto una disciplina e un pensiero sistematico e preconcetto, si deve all'editoria italiana[1] la sua prima traduzione mondiale (La colonna e il fondamento della Verità, 1974) grazie a Elémire Zolla e Pietro Modesto. Padre del geologo e astronomo Kirill Pavlovič Florenskij, morì fucilato per ordine del regime sovietico l'8 dicembre 1937.