Pederastia spartana
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La tradizione della pederastia spartana, codificata dall'opera legislativa di Licurgo, includeva una forma di intimità e amicizia educativa tra un uomo e un ragazzo. Tale pratica, presente tra i Dori indoeuropei, potrebbe essere stata introdotta nell'antica Grecia proprio durante l'invasione di tali tribù in un periodo aggirantesi tra il 1200 e il 700 a.C. o, in alternativa, proveniente dalla civiltà minoica di Creta attraverso il rito iniziatico della pederastia cretese.
Sparta è considerata esser stata la prima polis a praticare il nudo ginnico o la nudità atletica, sistema di esercitazione fisica svolto in parallelo con le azioni più formali richieste dalla pederastia[1].
Il sistema pederastico era parte importante della Agoghé, il rigoroso regime di educazione e allenamento sportivo cui era sottoposto ogni cittadino spartano (vedi spartiati), nonché spina dorsale dell'intero sistema politico vigente e dell'esercito spartano. All'amante o compagno più grande veniva dato il nome di eispnelos (εἴσπνηλος)-ispiratore, colui cioè che con grazia amorevole riempie il proprio favorito di virtù e coraggio; l'amato o compagno più giovane era invece noto col nome di aïtas (ἀίτας)-appartenente a[2][3].