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premio letterario italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il Premio Bagutta è un premio letterario istituito a Milano l'11 novembre del 1926.
Congiuntesi le stelle sotto il segno di Bagutta il giorno di San Martino, sacro ai mariti veggenti, i Baguttiani hanno fondato tra un bicchiere di chianti e uno di grappa un premio letterario che sarà assegnato per la prima volta il 14 gennaio dell'anno prossimo... Eccone lo statuto:
"Oggi giorno di San martino del 1926 i presenti al tavolo di Bagutta hanno fondato il premio Bagutta. 1) Il premio verrà assegnato il giorno 14 gennaio di ogni anno ad un'opera letteraria italiana pubblicata nell'anno precedente; 2) il premio è costituito da libere oblazioni; il premio è indivisibile e verrà assegnato dai fondatori sottoscritti, qualunque sia il numero dei presenti alla deliberazione".
Nell'ambito della trattoria toscana di Alberto Pepori in via Bagutta a Milano nacque l'idea di istituire un premio letterario.
La trattoria, scoperta dallo scrittore Riccardo Bacchelli e dal suo elzevirista e critico cinematografico Adolfo Franci, fu presto frequentata da numerosi amici che avevano preso l'abitudine di ritrovarsi per cenare insieme e per discutere di libri.
La sera dell'11 novembre 1926, la notte di San Martino, agli undici presenti (Riccardo Bacchelli, Orio Vergani, Adolfo Franci, Paolo Monelli, Gino Scarpa, Mario Vellani Marchi, Ottavio Steffenini, Luigi Bonelli, Mario Alessandrini, Antonio Veretti e Antonio Niccodemi) venne l'idea di istituire un premio letterario e di autoeleggersi come giuria.[1]
Tranne Bacchelli e Monelli che aveva pubblicato da poco Le scarpe al sole, libro che aveva avuto un buon successo, gli altri sodali, che gravitavano intorno alla rivista La Fiera Letteraria, fondata e diretta da Umberto Fracchia, erano abbastanza sconosciuti. Come scrisse Monelli, essi formavano un gruppo eterogeneo del quale facevano parte "due giornalisti, due pittori, un avvocato, un commediografo, tre letterati e un dandy". Non si trattava pertanto di critici in senso stretto, ma di persone colte e con grande spirito di indipendenza.
Questo desiderio di indipendenza portò, infatti, i fondatori a chiudere, tra il 1937 e il 1946 il premio perché non subisse le pressioni del regime del quale erano sostenitori alcuni dei giurati.
L'atto di fondazione del premio, scritto su un foglio di carta da Adolfo Franci (la "carta gialla"), fu subito scritto e affisso ad una parete del locale e l'annuncio venne dato da La Fiera Letteraria:
«Grazie al clima conviviale, alla composizione della giuria, alla scarsa incisività che il premio ha avuto sulle vendite, tenendo così lontano le grandi manovre delle case editrici, alla coerenza mantenuta alla scelta dei generi premiati (poesia, narrativa, e saggistica), il carattere del premio e l'amore per la bella letteratura rimase nel tempo.»
Non mancarono, nel corso degli anni, critiche rivolte vuoi ai membri della giuria medesima, vuoi alle opere, agli argomenti o autori premiati. Se da una parte l'opinione pubblica era divisa tra favorevoli[2] al premio, detrattori e indifferenti; dall'altra v'era un pensiero, in particolare, diffuso da parte della critica secondo cui il premio stesse "invecchiando", venendo meno quell'attività di ricerca e scoperta di giovani talenti, in luogo d'un placido ossequio verso autori già noti o attestati.[3][4]
Nel novembre del 1976, Riccardo Bacchelli ha rassegnato le dimissioni da presidente del premio, pertanto fu eletto Giansiro Ferrata a ricoprire la carica quale suo successore e Guido Vergani suo vice.[5] Il premio è stato diretto in seguito da varie personalità, fra le quali Emilio Tadini e Mario Soldati. Dal 2005 la presidente del premio è la scrittrice Isabella Bossi Fedrigotti, segretario Andrea Kerbaker, nella giuria, fra gli altri, siedono Orio Vergani, Eva Cantarella, la giornalista Valeria Vantaggi e la scrittrice Silvia Ballestra. [6][7][8][9][10][11]
Accanto ai premi più noti nel corso degli anni sono stati istituiti molteplici altri riconoscimenti "non inutili"[49], come scrisse Giuseppe Ravegnani nel 1957.
Premio Bagutta d'argento 1960
Premio Bagutta Fracchia 1959
Premio Bagutta Marco Polo Il "Bagutta Marco Polo" è stato istituito come un ulteriore premio da assegnarsi a un "giornalista viaggiante"[45].
Premio Bagutta Spotorno
Premio Bagutta Tre Signore 1959
Premio Bagutta Tripoli 1939
Premio Bagutta Vent'anni dopo 1957
Premio Bagutta del venticinquennale Si tratta di un secondo premio, assegnato solamente ogni venticinque anni.[44]
Premio Bagutta Vergani Il premio ha avuto sei edizioni, ad anni alterni, dal 1961 al 1971. Le opere che ottennero il riconoscimento furono donate alla Permanente, laddove sono esposte.[185]
Premio Donna Bagutta Gi. Vi. Emme Il Premio Donna è stato «istituito per dare ogni anno un riconoscimento alle donne che portano un singolare contributo nel campo delle arti, delle scienze, della vita civile».[2][189]
Premio Due Cicogne Premio Ines Fila Premio Vita di reporter 1949
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