Spettroscopia Mössbauer
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
La spettroscopia Mössbauer è una tecnica spettroscopica basata sull'assorbimento ed emissione risonante di raggi gamma nei solidi.
Con i raggi gamma, a differenza degli altri fotoni meno energetici, si verifica solitamente un problema: l'atomo che emette il fotone "rincula" in maniera non trascurabile, assorbendo così una parte di energia dal fotone stesso il quale, di conseguenza, non ha più la stessa frequenza di prima e non è in grado di effettuare risonanza con un altro atomo analogo. Come prima soluzione a questo problema si era ottenuta la risonanza disponendo la sostanza emettitrice sopra un cilindro ruotante ad alta velocità, così da compensare il suddetto rinculo. Ma successivamente l'assorbimento ed emissione risonante furono osservati per la prima volta da Rudolf Mössbauer nel 1957 su materiali che avevano una struttura cristallina tale da distribuire il rinculo stesso su molti più atomi riducendo così la perdita di energia del fotone gamma: tale fenomeno è stato chiamato appunto effetto Mössbauer.
La spettroscopia Mössbauer è simile alla spettroscopia NMR in quanto si basa su transizioni nucleari ed è perciò sensibile alle simili interazioni elettrone-nucleo che causano lo spostamento chimico nella NMR. Inoltre, a causa dell'elevata energia e delle ampiezze estremamente strette delle linee dei raggi gamma, è una delle tecniche più sensibili in termini di risoluzione energetica avendo la capacità di rilevare cambiamenti di appena 1 parte per 1011.
Trova svariate applicazioni nel campo della chimica inorganica. La tecnica si è dimostrata utile anche in ambito geochimico per l'identificazione dei minerali contenenti ferro. In particolare è stata utilizzata per studiare le meteoriti e le rocce lunari ed è stata utilizzata persino dalla NASA su Marte.[1]