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attrice austriaca Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Adele Neuhauser (Atene, 17 gennaio 1959) è un'attrice austriaca attiva principalmente in campo televisivo e teatrale.
Tra grande e, soprattutto, piccolo schermo è apparsa in circa una novantina di differenti produzioni, a partire dalla fine degli anni Ottanta[1][2]: tra i suoi ruoli più noti, figurano quelli nelle serie televisive Tatort e Quattro donne e un funerale, ruoli che le sono valsi più volte il Romy-Award.[1][2][3][4][5][6][7][8] È la nipote dell'artista Leopold Schmid[4] e la moglie dell'attore Zoltan Paul e la madre dell'attore Julian Pajzs[3][4] ed è membro dell'Akademie des Österreichischen Films (Accademia del film austriaco).[9]
Adele Neuhauser nasce ad Atene il 17 gennaio 1959[1][3][4][5][6][9], da padre greco e madre austriaca[10]: è l'ultima figlia di Elisabeth e Georg Neuhauser.[4]
All'età di quattro anni, si trasferisce con i genitori a Vienna[3][4][5] e, dopo il divorzio dei genitori, all'età di nove anni, decide di andare a vivere con il padre.[10] Sin da bambina, coltiva il sogno di diventare attrice.[5]
Dopo aver frequentato, tra il 1975 e il 1978, la scuola di recitazione Krauss di Vienna[3][5], si trasferisce in Germania[3][5], dove inizia a lavorare nei teatri di varie città, quali Essen, Magonza e Ratisbona.[5][6]
Nel 1981 sposa il collega Zoltan Paul (alias Pajzs): dal matrimonio nasce nel 1987 un figlio di nome Julian.[4]
Nel 1988 fa il proprio debutto sul piccolo schermo, interpretando un ruolo da guest-star nel primo episodio della serie televisiva Anwalt Abel.[3]
A partire dal 2005 è tra le protagoniste, nel ruolo di Julie Zirbner, della serie televisiva Quattro donne e un funerale (Vier Frauen und ein Todesfall).[3][4][6][11]
In seguito, a partire dal 2011, è protagonista, al fianco di Harald Krassnitzer, della serie televisiva Tatort (serie dove era già apparsa in precedenza come guest-star), dove interpreta il ruolo di Bibi Fellner.[3][5][6][12]
Nel 2017 pubblica la propria autobiografia, intitolata Ich war mein grösster Feind (ovvero "Ero il mio più grande nemico").[10]
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