Allenamento ad alta quota
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
L'allenamento ad alta quota è la pratica sportiva svolta da parte di atleti di resistenza per diverse settimane in alta quota, preferibilmente oltre i 2.400 metri sul livello del mare, anche se preferibile ad altitudini intermedie a causa della carenza di luoghi idonei d'alta quota.
Ad altitudini intermedie, l'aria contiene ancora circa il 20,9% di ossigeno, mentre la pressione barometrica e quindi la pressione parziale di ossigeno è ridotta.[1][2]
Alla mancanza di ossigeno, il corpo può ambientarsi in uno o più modi, ad esempio aumentando la massa di globuli rossi e di emoglobina, o alterare il metabolismo muscolare[3][4][5][6]. Questo permette agli atleti che si allenano in queste condizioni di avere una maggiore concentrazione di globuli rossi per 10-14 giorni, e questo dà loro un vantaggio competitivo. Altri atleti, invece, vivono stabilmente in alta quota, ritornando al livello del mare solo per le competizioni, ma il loro metabolismo può soffrire a causa di meno ossigeno disponibile per gli allenamenti.
L'allenamento in altitudine può essere simulato attraverso differenti strumenti, attraverso l'utilizzo di camera ipobarica o di una maschera che simula l'allenamento in assenza o riduzione di ossigeno. Pratica questa che in Italia è vietata e perseguita anche penalmente dalla legge antidoping. L'allenamento di ipoventilazione è un metodo di allenamento che consiste nel ridurre la frequenza respiratoria, può anche sostituire l'allenamento in quota, riducendo in modo significativo il sangue e l'ossigenazione dei muscoli.