Anitya
concetto filosofico buddhista / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Anitya, "impermanenza", è un termine sanscrito (lingua pāli anicca; cinese 無常S, wúchángP; giapponese 無常?, mujō; tibetano mi rtag pa) che indica uno dei tre aspetti fondamentali dell'esistenza nella dottrina canonica del buddismo, che sono:
- l'impermanenza[1] o cambiamento o divenire (anitya);
- la sofferenza o l'insoddisfacibilità connaturata alle cose mondane (duḥkha);
- il non sé o l'insostanzialità della personalità o l'inesistenza di un nucleo permanente e separato (anātman).
Insieme queste tre caratteristiche fondamentali dell'esistenza, della vita di ogni "essere senziente", formano la base causale della dottrina delle Quattro Nobili Verità e quindi della ricerca spirituale buddista, consistente nella vita ascetica per i membri della comunità monastica, e nella coltivazione del Nobile Ottuplice Sentiero e dei precetti buddisti per tutti i praticanti buddisti: monaci, monache, laici e laiche, che costituiscono la tradizionale quadripartizione della società buddista.
Nelle parole di Bhikkhu Ñanamoli:
- Qualsiasi cosa È, sarà ERA.