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Le antinomie kantiane si riferiscono ad "antinomia" (dal greco αντι, preposizione che indica una contrapposizione, e νομος, legge), un particolare tipo di ragionamento che indica la compresenza di due affermazioni contraddittorie, ciascuna delle quali in confronto all'altra potrebbe esser vera o falsa. In questa situazione non è possibile applicare il principio di non-contraddizione. Kant è stato il primo ad applicare la parola "antinomia" nel linguaggio filosofico.[1]
Kant tratta delle antinomie[2] nella Critica della ragion pura e più precisamente nella critica della "Cosmologia razionale"[3] contenuta nella Dialettica trascendentale, dove il filosofo tedesco intende motivare la necessità profonda che spinge l'uomo a indagare, utilizzando ragionamenti fallaci, su argomenti che vanno oltre l'esperienza. Ciò è dovuto – afferma Kant – al desiderio innato della mente umana che la spinge a voler trovare un sapere totale della realtà mentre la sua conoscenza non può superare i limiti della contingente esperienza sensibile. Questa esigenza di totalità si esprime in tre idee prive di un reale contenuto empirico: esse, semmai, esprimono soltanto un bisogno metafisico di totalità che rimarrà insoddisfatto.
A ciascuna di queste tre idee viene associata una presunta scienza che, procedendo erroneamente oltre il limiti del pensiero, giunge a conclusioni sbagliate.
Il mondo infine, come la totalità dei fenomeni esterni, è studiato dalla cosmologia razionale che pretende di riuscire a spiegare il cosmo nella sua totalità, cosa impossibile a partire dal fatto che è impossibile avere un'esperienza di tutti i fenomeni. Pertanto i metafisici, quando tentano di spiegare l'universo, cadono in procedimenti razionali contraddittori in se stessi: le antinomie, cioè due ragionamenti egualmente veri e falsi poiché, mancando un criterio valido basato sull'esperienza, è impossibile operare una scelta.
Finito ↔ Infinito
Nella dimostrazione Kant fa riferimento alla categoria della quantità.[4]
Divisibilità ↔ Indivisibilità
Nella dimostrazione Kant fa riferimento alla categoria della qualità.
Libertà ↔ causalità
Nella dimostrazione Kant fa riferimento alla categoria della relazione.
Dio causa prima ↔ Natura
Nella dimostrazione Kant fa riferimento alla categoria della modalità.
«...concentrarsi su appropriate nozioni filosofiche tradizionali, ed aggiungere eventualmente un pizzico di precisione [5]»
Invece l'antitesi vale in alcune altre ipotesi cosmologiche, ad esempio nel modello inflazionario o nella teoria dello stato stazionario che sono alternativi alle ipotesi che assumono un Big Bang nell'origine dell'universo. La sua base filosofica è il cosiddetto Principio cosmologico perfetto, che afferma che il nostro punto di osservazione dell'Universo non sarebbe per nulla particolare, non solo dal punto di vista della posizione, ma anche da quello temporale: non solo l'uomo, la Terra, il Sole o la Via Lattea non sono al centro dell'Universo (né in alcun'altra posizione privilegiata), ma su scala cosmologica anche l'epoca in cui viviamo non sarebbe significativamente differente da ogni altra. L'universo su grande scala sarebbe quindi eterno ed immutabile.
La fisica delle particelle è ancora alla ricerca dei costituenti ultimi della materia, e tuttavia anche questi, per via delle proprietà della meccanica quantistica, possono essere interpretati come sovrapposizioni di più stati o particelle. Altri modelli, come la teoria delle stringhe ritornano alla teoria del continuo, ritenendo le particelle "proiezioni" in 3 dimensioni delle stringhe, definite continue, che ne hanno invece 10 o 11. Altre teorie ancora, come la gravitazione quantistica a loop, ritengono invece che esistano granelli indivisibili (quanti) persino dello spaziotempo.
Sebbene la teoria delle variabili nascoste nella meccanica quantistica sia ormai screditata, e quindi varrebbe la tesi della terza antinomia, esistono dimostrazioni di come il comportamento quantistico possa emergere da sistemi complessi e non lineari, anche se nessuno sa come darne prova sperimentale.[6]
I lavori di John Conway sui numeri surreali e la prova ontologica di Kurt Gödel sono esempi di come sia possibile "inserire matematicamente" una causa prima a conferma della tesi della quarta antinomia.[7][8].
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