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vescovo cattolico italiano (1705-1790) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Antonio Maria Franci (Batignano, 12 luglio 1705 – Grosseto, 10 aprile 1790) è stato un vescovo cattolico italiano.
Antonio Maria Franci vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Grosseto (1737-1790) |
Nato | 12 luglio 1705 a Batignano |
Ordinato presbitero | 4 novembre 1729 |
Nominato vescovo | 6 maggio 1737 da papa Clemente XII |
Consacrato vescovo | 28 maggio 1737 dal cardinale Antonio Felice Zondadari |
Deceduto | 10 aprile 1790 a Grosseto |
Si tratta del primo vescovo di Grosseto documentato a essere nato in quella stessa diocesi.
Nato il 12 luglio 1705 a Batignano, nella diocesi di Grosseto, da Francesco e Petra Mucciarelli di origine corsa.[1][2] Studiò a Siena, dove si laureò in diritto civile e canonico e fu ordinato sacerdote nel 1729.[1] Trasferitosi a Napoli per lavorare come precettore dei principi Pignatelli, ritornò in Toscana nel 1737, quando su proposta del Collegio della balia di Siena, fu eletto vescovo di Grosseto.[1] Il 28 maggio 1737 fu consacrato dal cardinale Antonio Felice Zondadari e i vescovi Joaquín Fernández de Portocarrero e Luigi Antonio Valdina Cremona.[2] Quello stesso anno ottenne l'ammissione alla nobiltà senese.[1]
Nel suo lungo episcopato si ritrovò ad affrontare i problemi che affliggevano una terra allora impoverita e depressa quale la Maremma Grossetana, lamentando continuamente alla Santa Sede e al granduca la mancanza di prelati e la scarsa preparazione dei pochi che vi si trovavano.[1] Si occupò di riordinare l'archivio diocesano e il patrimonio della curia, e anche di restauri edilizi, come ad esempio il palazzo vescovile.[1] Nel 1748 emanò una lunga serie di disposizioni per risollevare il convento delle Clarisse dalle precarie condizioni economiche nelle quali versava.[3]
Fedele all'arcivescovo di Siena, Tiberio Borghesi, ebbe rapporti contrastanti con il granduca Pietro Leopoldo.[1] Il granduca, in riferimento all'età ormai avanzata del Franci, lo definì «uomo debole e quasi incapace» nella relazione in seguito alla visita effettuata nelle due province senesi del 1787.[4][5]
Morì a Grosseto il 10 aprile 1790 e fu sepolto nella cattedrale di Grosseto.[3]
La genealogia episcopale è:
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