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L'arcidiocesi di Amorio (in latino Archidioecesis Amoriana seu Amoriensis) è una sede soppressa del patriarcato di Costantinopoli e una sede titolare della Chiesa cattolica.
Amorio Sede arcivescovile titolare Archidioecesis Amoriana seu Amoriensis Patriarcato di Costantinopoli | |
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Mappa della diocesi civile dell'Asia (IV secolo) | |
Arcivescovo titolare | sede vacante |
Istituita | XVIII secolo |
Stato | Turchia |
Arcidiocesi soppressa di Amorio | |
Diocesi suffraganee | Filomelio, Claneo, Docimio, Poliboto, Pissia. |
Eretta | ? |
Soppressa | ? |
Dati dall'annuario pontificio | |
Sedi titolari cattoliche | |
Amorio, identificabile oggi con le rovine situate nei pressi di Hisar (nota in passato anche come Hergan Kale), nel comune di Davulga nel distretto di Emirdağ,[1] fu una sede metropolitana della provincia romana della Frigia Salutare nella diocesi civile dell'Asia[2] e nel patriarcato di Costantinopoli.
La città, che diede i natali a due imperatori bizantini, Michele II e suo figlio Teofilo, era al confine tra le province della Frigia Salutare e della Galazia Seconda. Nelle fonti ecclesiastiche è menzionata dapprima in Galazia e poi, dal X secolo, tra le sedi episcopali della Frigia Salutare.
Nella Notitia Episcopatuum dello pseudo-Epifanio, composta durante il regno dell'imperatore Eraclio I (circa 640), la sede di Amorio risulta tra le diocesi suffraganee dell'arcidiocesi di Pessinonte;[3] così anche in un'altra Notitia della fine dell'VIII secolo. Poco dopo fu elevata al rango di arcidiocesi autocefala; in seguito, certamente quando i suoi illustri concittadini divennero imperatori, l'arcidiocesi fu promossa a sede metropolitana, già attestata in una Notitia dell'840 circa. Bessarione, presente al Concilio di Costantinopoli dell'879-880 che riabilitò il patriarca Fozio di Costantinopoli, è il primo prelato noto che si fregia del titolo di metropolitas Amorii.
Nella Notitia Episcopatuum attribuita all'imperatore Leone VI (inizio X secolo) sono attribuite ad Amorio cinque diocesi suffraganee: Filomelio, Claneo, Docimio, Poliboto e Pissia.[4]
Amorio appare per la prima volta negli atti del concilio di Costantinopoli del 381, dove, tra i firmatari, troviamo Tyrannus, presbyter Amorii; è probabile che la città non avesse ancora un vescovo, oppure che la sede fosse vacante. Il primo vescovo conosciuto è Abramo[5], che prese parte al concilio di Efeso del 431; dopo di lui è noto il vescovo Misterio, che partecipò al concilio di Calcedonia nel 451.
Nella vita di san Teodoro Siceota, si racconta che il santo venne ad Amorio e fu accolto dal vescovo, di cui non si conosce il nome, che lo invitò a celebrare la messa e a benedire il popolo, dopo che Teodoro compì un miracolo guarendo un paralitico; il fatto si svolse verso la fine del VI secolo.
Il vescovo Teodoro I prese parte al concilio ecumenico del 680 e al concilio in Trullo del 692.[6] Nel 716 la città di Amorio fu a lungo posta sotto assedio dagli Arabi e venne liberata grazie all'intervento militare dell'imperatore Leone III Isaurico e alla resistenza eroica dei cittadini, tra cui si distinse in particolare l'anonimo vescovo.[7] Il vescovo Teodosio fu tra i padri del concilio di Nicea del 787 e probabilmente è da identificare con l'omonimo vescovo iconoclasta che partecipò al concilio di Hieria del 754.[8] Nell'814 o 815, secondo il sinassario greco, il vescovo Eudochio (Eudoxius) avrebbe accompagnato il patriarca Niceforo alla conferenza di Costantinopoli nel contesto della lotta contro l'iconoclastia;[9] un sigillo datato al IX secolo è attribuito a questo vescovo.[10]
Quando Amorio fu nuovamente assediata dagli arabi del califfo al-Mu'tasim nell'838, il vescovo di Amorio, di cui non si conosce il nome, trattò le condizioni per una resa onorevole della città.[11]
Il vescovo Teofilo è noto per aver preso parte, nell'860 circa, dell'ambasciata inviata a Roma dopo che il patriarca Fozio di Costantinopoli sostituì Ignazio sulla cattedra patriarcale.[12] Dopo il già citato Bessarione, è noto il metropolita Paolo, autore di inni liturgici, che visse probabilmente nel X secolo.[13] Un altro metropolita di nome Teodoro è menzionato in una lettera della metà del X secolo.[14] La sigillografia e le ricerche archeologiche, hanno portato alla luce il nome di altri due vescovi, Teodoro II, vissuto tra VIII e IX secolo, e Costanzo (o Costantino), il cui sigillo è datato tra X/XI secolo.
Nell'XI secolo altri tre metropoliti, Filippo, Teoctisto e Tommaso, presero parte ai concili di Costantinopoli, rispettivamente nel 1030, 1072 e 1079.[15]
Amorio, continuamente al centro dell'attenzione degli eserciti bizantini e arabi, fu pian piano abbandonata dalla popolazione, in particolare dopo la conquista araba dell'838. Dal XII secolo non si hanno più notizie di vescovi e di cristiani ad Amorio; è in quest'epoca, o poco dopo, che la sede episcopale venne soppressa. Essa non appare più nelle Notitiae Episcopatuum del XIV secolo.
Dal XVIII secolo Amorio è annoverata tra le sedi arcivescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 5 agosto 1970. Solo dal 1929 i titolari di questa sede hanno il titolo di arcivescovi.
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