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astrofisico israeliano (1962-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Avi Loeb (Beit Hanan, 26 febbraio 1962) è un fisico israeliano.
Abramo "Avi" Loeb (ebraico: אברהם (אבי) לייב) è un fisico teorico che lavora su astrofisica e cosmologia. È stato il presidente più longevo del Dipartimento di Astronomia di Harvard (2011-2020), direttore fondatore della Black Hole Initiative di Harvard (dal 2016) e direttore dell'Institute for Theory and Computation (dal 2007) all'interno dell'Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics.[1][2][3]
Nel dicembre 2012, la rivista Time ha selezionato Loeb come una delle 25 persone più influenti nello spazio.[4]
Nel 2018, ha attirato l'attenzione dei media per aver suggerito che veicoli spaziali alieni potrebbero essere nel nostro sistema solare, usando il comportamento anomalo di 1I/'Oumuamua come esempio.[5]
Il 27 novembre 2018, Loeb e Amir Siraj, uno studente universitario dell'Harvard College, hanno proposto una ricerca di oggetti simili a Oumuamua che potrebbero essere intrappolati nel Sistema solare a causa della perdita di energia orbitale attraverso un incontro ravvicinato con Giove.[6]
Nel 2020, Loeb ha pubblicato uno studio sulla possibilità che la vita possa propagarsi da un pianeta all'altro.[7]
Nel luglio 2021 Loeb ha fondato il Progetto Galileo per la ricerca scientifica sistematica di prove di artefatti tecnologici extraterrestri.[8]
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