Badia di San Pietro al Conero
chiesa nel comune italiano di Sirolo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La badia di San Pietro al Conero sorge a 450 metri d'altezza[1], quasi alla sommità del monte Conero, nella celebre omonima riviera, compresa nel comune di Sirolo, in provincia di Ancona, nelle Marche.
Badia di san Pietro al Conero | |
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La chiesa | |
Stato | Italia |
Regione | Marche |
Località | Riviera del Conero (Sirolo) |
Indirizzo | Via Monte Conero |
Coordinate | 43°32′49.9″N 13°36′58.8″E |
Religione | cattolica |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio costruzione | XI secolo |
Completamento | XIII secolo |
Eretta a partire dai primi anni del Mille, costituisce un notevole esempio dell'architettura romanica della regione.
Abbandonata con la soppressione del monastero, durante l'Unità d'Italia, oggi ospita un elegante albergo.
È probabile che in questo luogo sorgesse un tempio dedicato alla dea Pamplona[on line e nelle enciclopedia specifiche di mitologia classica non si trova nulla su questa dea, dubbi sul nome], protettrice dei naviganti[2].
Nell'Alto medioevo questo luogo, quasi alla sommità del monte Conero, era già popolato da diversi eremiti che dimoravano in grotte naturali o scavate nelle rocce, i cosiddetti romitori[3]. Sembra che il romitorio di san Pietro esistesse già prima dell'XI secolo[3], epoca alla quale si fa risalire la costruzione della badia. Questi eremiti non appartenevano a nessun ordine religioso, e solo in seguito i monaci benedettini si recarono sul monte per fondare delle comunità. Nei primi anni del Mille già due abbazie erano presenti sul monte: una verso la cima, a un'altezza di 470 metri (alla quale era unita la chiesa di San Pietro), l'altra situata a metà monte, intorno a quota 300 metri, dedicata a san Benedetto, oggi completamente scomparsa[4].
In un atto dell'8 aprile 1037 i conti Cortesi, signori del castello di Sirolo, donarono all'abate Guizemone[4] la chiesa sulla vetta del monte per istituirvi un monastero: se ne deduce che la chiesa di san Pietro esisteva già prima del 1037. È ormai certo che venne edificata nei primi anni del Mille usando le pietre ricavate dal monte[3].
Nel 1203 l'eremo fu ampliato[4], vennero costruiti dei chiostri e la chiesa venne ristrutturata. Poi nel 1223[4] furono eseguiti degli altri lavori e nella cripta vennero installati sei pilastri ed otto colonne di recupero.
La chiesa presenta una pianta basilicale divisa in tre navate da pilastri compositi e cilindrici alternati, un'abside sporgente rialzata sulla cripta e un campanile duecentesco sul fianco destro. Tutta la decorazione interna è incentrata sui capitelli, che databili al XII secolo, vennero scolpiti in un'epoca precedente alla costruzione della chiesa, forse dai templari[2]. Denotano un'eccezionale raffinatezza plastica nei rilievi a motivi vegetali e zoomorfi attinti dal bestiario simbolico romanico-padano[1]. I capitelli della cripta, risalenti all'XI secolo, risultano più semplici di quelli della chiesa superiore[4].
I benedettini pian piano conobbero un lento declino, soprattutto dovuto al numero di adepti sempre in calo, tanto che nel 1514 il vescovo di Ancona affidò la chiesa di san Pietro e l'eremo ai gonzaghiani; e nel 1518 i camaldolesi occuparono le grotte e la chiesa di San Benedetto a metà monte. A quel punto iniziarono dei forti dissidi tra le due componenti religiose[1][3], fino a che nel 1558, quando un incendio bruciò completamente i tetti della chiesa di san Pietro e dei locali attigui, i gonzaghiani furono cacciati[1][3]. I camaldolesi recuperarono il complesso di san Pietro e lo restaurarono, e nel 1651 dotarono la chiesa di una nuova facciata barocca[5]. I camaldolesi rimasero sul Conero fino alla soppressione del monastero nel 1860[4].
Per lungo tempo abbandonato, oggi, completamente restaurato, accoglie un elegante albergo[3], l'Hotel Monteconero.
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