Bartolomeo Bolli
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Bartolomeo Desiderio Michele Bolli, oppure Bolla (Milano, 1703 – Milano, 8 dicembre 1761), è stato un architetto italiano.
Bartolomeo Desiderio Michele Bolli, di cui si posseggono poche informazioni biografiche e artistiche, nacque a Milano nel 1703, figlio del notaio Giovanni Battista.[1]
Il 1º ottobre del 1721, incominciò il suo addestramento presso lo studio dell'ingegnere e architetto Giacomo Antonio Quadrio, che si prolungò per sei anni, tempo necessario per essere idoneo a sostenere gli esami d'ammissione al Collegio degli ingegneri ed architetti di Milano, che superò nel 1730.[1]
Bolli è un architetto ancora poco studiato dagli esperti e dagli storici dell'arte, che appartiene all'ultimo periodo del Barocco lombardo, quando, allontanandosi dalla consueta austerità e avvicinandosi agli elementi decorativi Rococò, si diffuse la corrente che dal nome dell'imperatrice Maria Teresa d'Austria, prese la definizione di Barocchetto teresiano.[2]
Nel 1734 lavorò al progetto dell'altare maggiore di San Vittore a Varese, che si caratterizzò per una serie di innovazioni riguardanti la pianta di altari e di tabernacoli.[1] Se risultò pienamente riuscita la fusione tra architettura e statue, non meno interessante è l'ambientazione del presbiterio, soprattutto per la peculiare illuminazione delle statue in conformità con una certa poetica barocca.[1]
Collaborò con la Veneranda Fabbrica del Duomo di Milano dal 27 febbraio 1743, con la carica di ingegnere e fino al 25 aprile 1760.[1][2] Nel 1750, assieme a F. Croce e Carlo Giuseppe Merlo, Bolli partecipò alla preparazione del progetto della facciata del duomo.[1]
Dal 1752 al 1761, contemporaneamente al lavoro della Fabbrica del Duomo, realizzò la facciata del milanese palazzo Arese-Litta (ora Ferrovie dello Stato, in corso Magenta),[1] e che costituì uno degli ultimi esempi brillanti del Barocco a Milano.[2]
Bolli nel suo lavoro seguì più gli insegnamenti di Giovanni Antonio Veneroni, evidenziati nel Palazzo Mezzabarba a Pavia, in stile barocchetto lombardo del primo Settecento, che quelli del romano G. Ruggeri per Palazzo Cusani a Milano.[1][3][4]
Il Bolli morì a Milano l'8 dicembre 1761.[1]
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