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architetto italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Benito Paolo Torsello, anche noto come B. Paolo Torsello (Alessano, 1º giugno 1934 – Genova, 11 marzo 2018[1]), è stato un architetto italiano, teorico del restauro architettonico.
Dopo la laurea in architettura - conseguita nel 1959 allo IUAV con una tesi sul progetto di una unità abitativa prefabbricata da 3 000 abitanti nelle Barene di San Giuliano (relatore Giuseppe Samonà) - nel 1960 inizia a svolgere attività professionale come architetto e intraprende la carriera accademica presso la stessa università come assistente volontario prima di Composizione architettonica (1960-66), poi di Elementi di architettura e rilievo dei monumenti (1966-67), materia di cui diviene assistente incaricato nel 1969. Nel 1971 diventa assistente ordinario di Composizione architettonica 2 e assume l'incarico di insegnamento di Scenografia (mantenuto fino al 1974). Nel 1973-74 è professore incaricato di Tecnica del restauro urbano e dall'anno successivo di Restauro dei monumenti, materia di cui diviene professore associato nel 1984. Nel 1978 presso lo IUAV fonda il Laboratorio di fotogrammetria[2], uno dei primi laboratori in Italia ad applicare questa tecnica al rilievo dei monumenti.
Dal 1985 incomincia a collaborare con l'Università di Genova come professore a contratto di Teoria del restauro, divenendovi poi professore ordinario di Restauro architettonico nel 1991. Presso l'Università di Genova nel 1991 fonda il Laboratorio MARSC (Metodiche Analitiche per il Restauro e la Storia del Costruito), del quale è direttore fino al 2006 - anno del pensionamento - e nel 1994 la Scuola di Specializzazione in Restauro dei Monumenti, in cui insegna Storia del restauro e principi generali della conservazione e Progettazione del restauro architettonico e della quale è direttore fino al 2003[2]. Nel 2005 è stato inoltre presidente per la parte italiana del Master Universitario di II livello in Recupero e tutela del patrimonio architettonico italo-francese tenuto presso l'Università di Genova (Polo Universitario di Imperia, e Facoltà di Architettura di Genova), e Università di Nizza Sophia Antipolis.
Anche dopo il pensionamento continua a svolgere attività didattica all'interno della Scuola di specializzazione da lui fondata[3].
È stato visiting professor all'Orta Doğu Teknik Üniversitesi di Ankara (1977) e alla Mimar Sinan Güzel Sanatlar Üniversitesi di Istanbul (1997); ha tenuto lezioni presso le università della Virginia a Charlottesville, di Lubiana, di Città del Messico, di Firenze, di Skopje e di Bitola, e presso la Yıldız Teknik Üniversitesi di Istanbul e la sede UNESCO di Venezia.
È stato inoltre membro di comitati scientifici di convegni (Scienza e Beni Culturali) e di gruppi o enti di ricerca (Commissione UNESCO-ROSTE dal 1992 al 1996, Centro di Studio sulla Storia della Tecnica del CNR di Genova, dal 1999).
L'ambito principale dell'attività di ricerca di Torsello è il restauro architettonico nei suoi aspetti storici, teorici, metodologici e tecnici. A partire dalla fine degli anni Settanta ha dedicato una parte significativa della sua attività di ricerca agli aspetti tecnici e teorici dell'uso degli strumenti analitici - in particolare del rilievo, tanto nelle sue forme tradizionali, quanto in quelle più evolute - per la conoscenza dell'architettura e all'applicazione dell'informatica alla gestione e al controllo del progetto di restauro, essendo stato fra i primi ad promuovere l'utilizzo delle tecniche di ritocco fotografico per la simulazione degli interventi conservativi[4]. Torsello ha inoltre fornito contributi fondamentali alla teoria del restauro, concorrendo - assieme a Marco Dezzi Bardeschi e Amedeo Bellini - alla generale affermazione di posizioni maggiormente conservative; in particolare Torsello ha proposto di sostituire nell'approccio al bene da restaurare al tradizionale concetto di "valore", visto come soggettivo e selettivo, quello di "dato" che richiede di essere conservato:
«Il concetto di valore implica coinvolgimento e giudizio, quindi scelta, possesso, preferenza, privilegio, ma anche emarginazione, negazione, rifiuto e così via; quello di dato comporta distacco, sospensione, rinvio [...] il dato chiede la presa d'atto di una compiutezza che si è già realizzata, quindi non più realizzabile, ma che, proprio per questo, si dispone come fonte praticamente inesauribile di saperi, come inizio sempre nuovo, nella sua apparente immobilità, di processi interpretativi [...] Nell'ottica che privilegia il dato, il restauro secondo valori si mostra come esito finale e conclusivo della ricerca e dell'intervento; esso, per così dire, riconsegna al mondo un oggetto ridefinito nella sua generale eloquenza storiografica (ed estetica), oltre che nei suoi complessivi significati documentari. Tali significati [...] dall'istante in cui sono fissati nella materialità del monumento, si costituiscono come esito terminale della ricerca, fissano l'interruzione e l'epilogo di quella ricerca. [...] In una prospettiva rovesciata, dunque, [...] il conservare implica riattivazione e mobilità della ricerca. Il dato, infatti, è sempre disponibile a nuove letture, sollecitando altre e più perfezionate tecniche di analisi; esso resta in parte sepolto ed occultato negli strati profondi della sedimentazione e attende che nuove "archeometrie" ne svelino presenza e significati»
Nel 2005 Torsello ha promosso un importante momento di riflessione disciplinare: la realizzazione del libro Che cos'è il restauro?, nel quale ha chiamato nove tra i principali teorici a formulare una definizione del restauro. In particolare, secondo Torsello:
«Il restauro è il sistema dei saperi e delle tecniche che ha per fine la tutela delle possibilità d'interpretare l'opera in quanto fonte di cultura, in modo che sia conservata e attualizzata come origine permanente d'interrogazione e di trasformazione dei linguaggi che da essa apprendiamo»
Torsello è autore di oltre 100 pubblicazioni tra monografie, capitoli di libri, articoli in atti di convegno o su riviste (fra le quali Casabella, TeMA. Tempo, materia, architettura e 'ANANKE).
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