Brattirò
frazione del comune italiano di Drapia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Brattirò è una frazione del comune di Drapia, in provincia di Vibo Valentia, di 791 abitanti.
Brattirò frazione | |
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Chiesa di San Pietro allestita per i festeggiamenti dei S.S. Cosma e Damiano | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Calabria |
Provincia | Vibo Valentia |
Comune | Drapia |
Territorio | |
Coordinate | 38°38′44.02″N 15°53′12.62″E |
Altitudine | 339 m s.l.m. |
Abitanti | 791[1] |
Altre informazioni | |
Prefisso | 0963 |
Fuso orario | UTC+1 |
Nome abitanti | brattiroesi, brattiroisi (dialetto calabrese) |
Patrono | san Pietro |
Giorno festivo | 29 giugno |
Cartografia | |
Il paese sorge su una collina ad un'altitudine di 339 m s.l.m. ed è attraversato dalla Strada Provinciale 18 che lo collega con Tropea.
Nel territorio brattiroese sono presenti numerose campagne dedite all'agricoltura che è la principale fonte di sostentamento del paese.
Secondo alcune ipotesi il nome Brattirò deriva dal greco britarium (ossia "che scaturisce"), in riferimento a una sorgente che si trovava in prossimità del paese.
Secondo altre ipotesi, il nome avrebbe invece origine dalla parola latina pratum (ossia "pianura"), con l'aggiunta del suffisso accrescitivo "-one", formando la parola "PRAT-R-ONE" che tradotto vuol dire "un ampio pianoro".[2]
Secondo Vincenzo Padula, nel suo Protogéa, ossia l'Europa preistorica del 1871: la parola Brattirò deriva dalla parola Bretto, di origine ebraica e roe, che in greco significa ruscelletto. Sicché Bratti-rò, significa ruscello di Bratta.[3]
Brattirò sorse probabilmente durante la dominazione bizantina (tra il X e XI secolo). In quel periodo i suoi abitanti risiedettero in case fatte con blocchi di fango e paglia cotta al sole.[4]
I greci costruirono a Brattirò dei fossi che permise all'acqua piovana di andare verso il mare invece di dirigersi verso il centro cittadino; questi fossi vennero chiamati "Vajuni". Furono coltivati dei vigneti e degli uliveti di cui esistono tuttora dei discendenti.[5]
La popolazione brattiroese verso il 1300 si unì ad una schiera di briganti per combattere gli angioini. Si spinsero fino ad Aramoni (vecchio villaggio in prossimità del Poro) distruggendola e saccheggiando i villaggi circostanti. Questo brigantaggio terminò quando Carlo V ordinò il massacro dei briganti. Della popolazione sopravvisse solamente un bambino che fu il progenitore dei Rombolà di cui ne deriva la maggior parte della popolazione odierna.[4]
Brattirò nel 1500 venne a far parte (fino all'avvento di Napoleone) dei 24 casali di Tropea. In quel periodo l'economia si basava sull'agricoltura e si alternarono periodi floridi a periodi bui. Molti nobili tropeani si trasferirono qui per stare lontani dal caos cittadino.[4]
Dal 1806 al 1815 (durante la dominazione francese) con l'avvento dei comuni il paese divenne a far parte del Comune di Ricadi.[5]
Con il ritorno dei Borbone delle Due Sicilie Brattirò divenne a far parte del Comune di Drapia.[5]
Con l'avvento dell'Unità d'Italia la popolazione raddoppiò. Molte persone trovarono opportunità di lavoro in America, prevalentemente negli Stati Uniti d'America, Argentina e in Brasile.[5]
La Chiesa intitolata ai SS. Cosma e Damiano ha un frequente pellegrinaggio proveniente dagli abitanti dei paesi limitrofi.[6]
La chiesa, intitolata a San Pietro (patrono del paese), fu progettata nel 1860 (sotto richiesta dei cittadini) da Giuseppe Gangemi (famoso in Calabria per aver progettato diverse chiese). La chiesa però fu considerata troppo piccola dai cittadini, così Gangemi, fu costretto a rivedere il progetto. Per costruire la chiesa furono scelti i migliori artigiani di Brattirò. In due anni (seppur con qualche inceppo) la chiesa fu completata. Fu consacrata nel febbraio del 1867. Durante i terremoti del 1905 e 1908 la chiesa fu danneggiata e servirono 15.000 lire per riparare i danni.[7]
Il "Monumento ai Caduti" venne inaugurato il 29 giugno 2003 e dedicato ai soldati brattiroesi morti durante la Prima e Seconda Guerra Mondiale.[8]
Il 25, 26 e 27 settembre vengono festeggiati i SS. Cosma e Damiano. In questi giorni di festa viene allestito il mercato cittadino e delle giostre.[9]
Manifestazione che si svolge annualmente il 10 agosto è la "Sagra del Vino". Per le vie del paese vengono venduti prodotti tipici, in particolar modo il vino che è la principale fonte economica del paese .[10]
La piccola economia locale si basa sull'agricoltura, in particolare sulla produzione di vino.[11]
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