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opera di Giovanni Boccaccio Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il De vita et moribus domini Francisci Petracchi (ossia Sulla vita e i costumi del signor Francesco Petrarca) è un'opera celebrativa di Giovanni Boccaccio nei confronti di Francesco Petrarca datata intorno al 1341-1342[1].
De vita et moribus domini Francisci Petracchi | |
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Autore | Giovanni Boccaccio |
1ª ed. originale | 1341-1342 |
Genere | trattato elogiativo |
Lingua originale | latino |
Come per la quasi contemporanea esercitazione letteraria Mavortis Milex, fondamentale per la realizzazione di questo ritratto autobiografico del Petrarca - che Boccaccio non ebbe ancora avuto modo di conoscere a quell'altezza cronologica - furono le informazioni dategli dal frate agostiniano Dionigi di Borgo San Sepolcro, il circolo dei protoumanistici fiorentini amici del Petrarca, quale Francesco Nelli, e quello degli intellettuali napoletani ruotanti intorno alla corte di Roberto I d'Angiò[2].
Secondo le parole di Giuseppe Velli, si può vedere in quest'opera un «tentativo di canonizzazione»[1] della vita di una persona soffermandosi sulle doti eccezionali del poeta aretino, sulla sua volontà di dedicarsi alla letteratura nonostante l'opposizione famigliare e sulle indubbie qualità morali di Petrarca[2]. In sostanza, il «De vita è una costruzione fortemente artefatta»[3], basata su modelli letterari preesistenti e sulla volontà di conoscere, un giorno, dal vivo il personaggio da lui celebrato.
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