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divinità Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Dedùn o Dedwen (in egizio Dˀdwˀmn, ebraico דאדונ Dˤdwn, pronuncia convenzionale Deddvuenn) è la maggiore divinità nubiana[1] e kushita appartenente alla religione dell'antico Egitto.
Probabilmente originario della terra di Kush, il culto di Dedùn arrivò in Nubia e poi in Egitto dove fu praticato a lungo, dove è menzionato, nei "Testi delle piramidi", come divinità nubiana.[2]
Questa divinità venne adorata in modo particolare dal sovrano Thutmose III della XVIII dinastia, che le edificò un tempio vicino a Semna che celebrava anche le gesta dei soldati Medjay nel Delta contro gli Asiatici.[1]
Venerato come una tra le divinità funerarie e protettrice dei morti e dei vivi dai geni maligni, non ebbe mai un culto vero e proprio e fu adorato, in epoche successive, soprattutto dalla gente del popolo.
Il suo nome in geroglifico è:
che viene trascritto come Dèdmuen.
Il nome viene anche scritto:
da traslitterare Djedwenn. Questa variante è usata come semplificazione del nome originale, in cui Dèd è molto simile a Djed
Altra versione è:
trasliterato ddwn[3]
Come già accennato, era una divinità funeraria e il suo nome significa "Colui che procura incenso"; infatti bruciava incenso a ogni morte e a ogni nascita. Era un dio dell'Occidente, mentre Sobek era un dio del nord e Sopedet (Iside) quella dell'Est.
Divinità, forma sincretica di Dedùn, a cui è dedicato un piccolo tempio sull'isola di Agilkia dove sorgono i Templi di File.[3]
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