Dieselgate
Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
Il Dieselgate,[1][2] noto anche come scandalo sulle emissioni o Emissiongate,[3][4][5][6] è stato un episodio di cronaca che ha riguardato la scoperta della falsificazione delle emissioni di automobili munite di motore diesel del gruppo Volkswagen vendute negli Stati Uniti d'America e in Europa.
Lo scandalo è iniziato nel settembre 2015, quando l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente (EPA o USEPA) ha notificato alla multinazionale tedesca del gruppo Volkswagen un avviso di violazione del Clean Air Act, la legislazione degli Stati Uniti sulla qualità dell'aria.[7] L'Agenzia trovò che la Volkswagen avesse intenzionalmente progettato i propri motori diesel Turbocharged Direct Injection (TDI) affinché attivassero i sistemi di controllo delle emissioni solamente durante i test di controllo delle emissioni. Ciò aveva lo scopo di fare in modo che l'emissione di ossidi di azoto (NOx) dei veicoli rientrasse entro i limiti prescritti dalla legislazione statunitense. I veicoli coinvolti sul banco di prova avevano emissioni in linea con le prescrizioni legali statunitensi grazie al software della centralina appositamente modificato per essere in grado di ridurre le emissioni a scapito di altre prestazioni durante i test di omologazione, migliorando le prestazioni a scapito dei vincoli ambientali durante il normale funzionamento. I veicoli interessati, difatti, durante l'uso normale fuori dai test di laboratorio producevano emissioni di NOx fino a 40 volte superiori rispetto ai valore registrati nei test.[8][9]
Volkswagen avrebbe installato questa modifica alla centralina tramite software in circa 11 milioni di veicoli in tutto il mondo, di cui 500.000 unità solamente negli Stati Uniti, e modelli di veicoli prodotti tra il 2009 e il 2015.[10][11][12] Il governo statunitense ordinò il recupero di quasi 500.000 vetture dotate del TDI, il motore diesel incriminato.[13]