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Distanziamento sociale
riduzione delle interazioni personali per prevenire la diffusione di malattie infettive / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Con distanziamento sociale o distanziamento fisico[3] si intende un insieme di azioni di natura non farmacologica per il controllo delle infezioni volte a rallentare o fermare la diffusione di una malattia contagiosa. L'obiettivo del distanziamento fisico è di diminuire la probabilità di contatto di persone portatrici di un'infezione con individui non infetti, così da ridurre al minimo la trasmissione della malattia, la morbilità e, conseguentemente, la mortalità.[4][5]
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Il distanziamento fisico è maggiormente efficace quando l'infezione può essere trasmessa tramite aerosol (goccioline disperse nell'aria tramite colpi di tosse o starnuti), contatti fisici diretti (compresi i rapporti sessuali), contatti fisici indiretti (ad esempio il contatto con una superficie contaminata) o per vie aeree (se il microrganismo può sopravvivere nell'aria per lunghi periodi).[6]
L'efficacia del distanziamento fisico diminuisce invece nei casi in cui l'infezione venga trasmessa principalmente attraverso acqua o cibo contaminati o da vettori, come zanzare o altri insetti.[7]
Uno dei primi riferimenti alla pratica del distanziamento fisico risale al VII secolo a.C. nel libro del Levitico, 13:46: "E il lebbroso in cui è la peste... abiterà da solo; [fuori] il campo deve essere la sua abitazione".[8]
Storicamente sono state istituite comunità di lebbrosi e lazzaretti come mezzo per prevenire la diffusione della lebbra e di altre malattie contagiose attraverso il distanziamento fisico, fino a quando non sono state comprese le modalità di trasmissione.