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presbitero, latinista e filologo italiano (1688-1768) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Egidio Forcellini (Campo, 26 agosto 1688 – Padova, 5 aprile 1768) è stato un presbitero, latinista e lessicografo italiano.
Nacque ai Faveri, piccola località rurale nell'attuale comune di Setteville, da Bernardino e Maddalena Elisabetta, entrambi di cognome Forcellini. All'epoca la contrada apparteneva al territorio della comunità (comune) di Colmirano[1] che dipendeva ecclesiasticamente dalla parrocchia di Campo, dove il Forcellini fu battezzato. Nel 1920 la contrada fu inclusa nella parrocchia di Fener, che per questo è talora indicata erroneamente come luogo di nascita del Forcellini[2]. Inoltre, la zona era compresa (e lo è tuttora) nella diocesi di Padova, mentre dal punto di vista amministrativo, pur trovandosi oggi in provincia di Belluno, faceva parte del Trevigiano[3].
La famiglia era contadina, ma poteva vantare un certo prestigio, tanto da avere una propria tomba in cimitero e persino uno stemma. Ebbe tre sorelle e due fratelli; di questi, Fortunato fu destinato all'agricoltura, mentre Marco fu avviato agli studi proprio grazie ad Egidio che, data la grande differenza di età, gli fece da padre[2][3].
Ebbe la prima istruzione dallo zio paterno Uberto, parroco nella vicina Segusino. Nell'ottobre 1704 entrò nel seminario di Padova, all'epoca importante centro culturale; già nel marzo 1705 risultava tra gli iscritti al corso di grammatica superiore[4].
I giudizi sul profitto scolastico lo dipingono come un giovane dotato di intelligenza e capacità mnemoniche fuori dal comune. Brillava particolarmente nella lingua latina e così, dopo la sua consacrazione a ventitré anni, divenne uno stretto collaboratore di Jacopo Facciolati, prefetto degli studi del seminario e autorevole latinista[4].
In quegli anni era particolarmente sentita, non solo a Padova ma in altri circoli umanistici d'Europa, la questione sull'esatta ricostruzione del lessico latino, essendo la composizione in questa lingua ritenuta indispensabile per l'azione pastorale. Facciolati riteneva che gli strumenti a disposizione, in particolare il Dictionarium Latinum di Ambrogio Calepio (il famoso "Calepino"), fossero insufficienti e poco attendibili e necessitavano di una completa riscrittura. A partire dal 1715 fu proprio Forcellini ad assumere il carico maggiore nella rivisitazione dell'opera, che andò alle stampe nel 1718 (Calepinus septem linguarum)[4].
Facciolati, tuttavia, non rese il giusto merito al contributo del collega, a cui dedicò solo un accenno nella prefazione, senza peraltro nominarlo esplicitamente. Non venne ricordato nemmeno nella Ortografia italiana, uscita nel 1721[4].
Dal 1724 al 1731 fu professore di retorica nel seminario di Ceneda, l'odierna Vittorio Veneto. Ritornò infine a Padova, dove rimase per il resto della sua vita dedicandosi definitivamente agli studi lessicali.
Egidio Forcellini ebbe un fratello più giovane, Marco (1712-1794), col quale si tenne in corrispondenza e che tra l'altro fu un buon poeta e curò una biografia di Egidio.
Sempre dietro consiglio di Facciolati, Forcellini iniziò la redazione del grande lessico della lingua latina, il Lexicon Totius Latinitatis[5], che venne terminato solo nel 1761 e pubblicato postumo nel 1771. È questa l'opera principale del Forcellini, a cui dedicò tutta la vita e a cui è legata ancor oggi la sua fama. La pubblicazione del Lexicon suscitò l'ammirazione degli ambienti culturali italiani ed europei. L'opera fu studiata e ripresa da tutti i lessicografi successivi, da I.G. Sheller a K.E. Georges, a W. Freud, dal quale poi attinsero N. Theil e E.A. Andrew per i dizionari latini, francese e americano.
Il Lexicon del Forcellini è stato ripubblicato e ampliato più volte: nella prima metà dell'800 a cura di Giuseppe Furlanetto (1775-1848)[6]; nella seconda metà del secolo in edizioni molto accresciute curate indipendentemente da Vincenzo De Vit[7] e da Francesco Corradini[8]. È considerato tuttora il dizionario fondamentale latino (non contiene la traduzione in italiano dei lemmi)
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