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scrittore tedesco Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Georg Heym (Hirschberg, 30 ottobre 1887 – Berlino, 16 gennaio 1912) è stato uno scrittore tedesco e soprattutto uno dei più importanti poeti del primo espressionismo tedesco.
Figlio di un avvocato nacque nella Slesia allora appartenente all'Impero Germanico in una famiglia conservatrice e religiosa dalla quale dovette allontanarsi per poter seguire la propria vena lirica vitalistica; tutto ciò in linea con la migliore tradizione dell'espressionismo tedesco che vedeva la nuova generazione rifiutare categoricamente la società codina, bigotta e eccessivamente conservatrice dei primi del Novecento in Germania, di cui i propri genitori erano espressione. Ebbe una sorella, Gertrud che morì giovane. In quanto a lui, morì a 25 anni nel tentativo di salvare la vita all'amico Ernst Balcke che stava annegando durante una pattinata sul fiume Havel.
Nonostante la sua breve vita, Heym può essere annoverato tra i migliori lirici di lingua tedesca e senza dubbio, per la sua poesia potente e visionaria, uno dei massimi esponenti dell'espressionismo.
Intrapresi gli studi di diritto per volere del padre, Heym non li portò mai a termine per totale incompatibilità del suo carattere nei loro confronti e a causa dell'atteggiamento eccessivamente autoritario del padre. Nel suo diario leggiamo a questo proposito: "La mia natura è come imbrigliata in una camicia di forza. Il mio cervello sembra scoppiare. [...] E dunque devo riempirmi come una vecchia scrofa di queste porcherie giuridiche, è davvero da vomitare. Preferirei sputare su questo pappone piuttosto che infilarmelo in bocca. Sento invece la spinta a creare qualcosa; mi sento sano al punto di voler combinare qualcosa. Si, è proprio una schifezza!"[1]
Abbandonata dunque la casa paterna nell'inverno del 1909, Heym visse a Berlino dove frequentò assiduamente il Neuer Club, un cabaret fondato da Kurt Hiller proprio in quell'anno, che rappresentò la svolta decisiva per Heym per poter entrare nel mondo letterario e potersi dedicare alla poesia. Lì conobbe infatti molti letterati suoi contemporanei, divenne amico di Jacob Van Hoddis e iniziò a scrivere le sue poesie. Una di esse, Berlin II, pubblicata nella rivista Der Demokrat, fu notata dall'editore Rowohlt che nel 1911 pubblicò la prima raccolta di poesie di Heym dal titolo Der ewige Tag (Il giorno eterno).
Nella sua breve carriera poetica, interrotta dalla sua morte precoce, Heym ci ha lasciato circa 500 componimenti lirici di cui una parte verrà pubblicata postuma nel 1912 con il titolo di Umbra vitae. Nelle sue poesie riscontriamo una grande originalità che sotto i tratti dominanti dell'espressionismo, ci restituisce anche elementi più vicini al simbolismo e al neo-romanticismo, come ad esempio nella lirica Träumerei in hellblau (fantasticheria in azzurro).
Dell'espressionismo, Heym, oltre a condividere aspetti come l'utopia umanitaria e la visione apocalittica della realtà, incarnerà mirabilmente i due elementi caratterizzanti: la polemica generazionale e la solitudine dell'uomo nella megalopoli industriale che lo opprime e lo snatura facendolo affogare nel suo mare di cemento. Quest'ultimo tema soprattutto anticiperà quegli elementi che troveremo in film ispirati all'espressionismo tedesco come Metropolis di Fritz Lang e in racconti e romanzi del primo dopoguerra come Berlin Alexanderplatz di Döblin, in cui, come in Heym, ritroviamo la Berlino tentacolare (e più in generale qualsiasi metropoli) dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione massiccia.
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