La gommagutta o gomma gutta è una gommoresina contenente il 60-80% di resina e il 15-25% di gomma, insieme a piccole quantità di olio essenziale estratta da alcune piante tropicali del genere Garcinia, in particolare la Garcinia hanburyi.
Etimologia
Il nome è composto dal latino gomma e dal termine gutta: sull'origine di questo v'è discordanza tra le fonti, il Vocabolario etimologico della lingua italiana indica il malese gatah (ghutah) che significa "gomma", resina[1], mentre il Vocabolario Treccani cita il tardo latino gutta, che significa "goccia".[2]
Preparazione
L'estrazione dalla Garcinia avviene praticando delle incisioni a spirale nel tronco di alberi di almeno dieci anni d'età, il liquido resinoso che gocciola fuori viene raccolto in canne di bambù cave. Una volta che il liquido si è solidificato, il bambù viene aperto lasciando delle grosse bacchette di gommagutta grezza.
È parzialmente solubile in alcool, etere ed altri solventi organici.
Utilizzo
È di colore giallo oro intenso e viene impiegata per colorare gli acquarelli o come purgante drastico.
In pittura si utilizzava soprattutto come giallo trasparente, per colorare le stampe o anche per le velature. Era utilizzata dai pittori fiamminghi del XVI secolo fino al XIX secolo ma l'uso in seguito si è drasticamente ridotto per via degli alti costi di produzione.
Nelle vetrate artistiche piombate veniva mescolata al nitrato d'argento per creare il caratteristico color oro detto "giallo d'argento".[3]
Note
Collegamenti esterni
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