Géza II d'Ungheria
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Géza II (in ungherese II. Géza; in croato Gejza II; in slovacco Gejza II; Tolna, 1130 – Albareale, 31 maggio 1162) fu re d'Ungheria dal 1141 al 1162.
Géza II d'Ungheria | |
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Géza II in una miniatura della Chronica Picta | |
Re d'Ungheria e Croazia | |
In carica | 13 febbraio 1141 - 31 maggio 1162 |
Incoronazione | 16 febbraio 1141 |
Predecessore | Béla II |
Successore | Stefano III |
Nascita | Tolna, 1130 |
Morte | Albareale, 31 maggio 1162 |
Luogo di sepoltura | Basilica dell’Assunzione, Albareale |
Dinastia | Arpadi |
Padre | Béla II |
Madre | Elena di Rascia |
Consorte | Eufrosina di Kiev |
Figli | Elisabetta, Stefano III, Béla III, Géza, Odola, Elena, Margherita |
Religione | cattolicesimo |
Primogenito di Béla II il Cieco e di sua moglie, Elena di Rascia, quando suo padre morì, Géza era ancora un bambino e iniziò a governare sotto la tutela di sua madre e del fratello di lei, Beloš. Un pretendente al trono, Boris Colomanno, che aveva già rivendicato l'Ungheria durante il regno di Béla il Cieco, si insediò temporaneamente a Presburgo (l'odierna Bratislava, in Slovacchia) con l'assistenza di mercenari tedeschi all'inizio del 1146. Per rappresaglia, Géza, che divenne maggiorenne nello stesso anno, invase l'Austria e sbaragliò le truppe di Enrico II di Babenberg, margravio locale, nella battaglia della Fischa.
Sebbene le relazioni tedesco-ungheresi rimasero tese, non si verificarono grandi scontri quando i tedeschi crociati marciarono attraverso l'Ungheria nel giugno 1147. Due mesi dopo arrivarono Luigi VII di Francia e i suoi seguaci insieme a Boris Colomanno, il quale tentò di approfittare della crociata per tornare in territorio magiaro. Luigi VII rifiutò di estradare Boris e consegnarlo a Géza, impedendo al contempo al pretendente di entrare in contatto con i suoi sostenitori in Ungheria e portandolo a Costantinopoli. Géza si unì alla coalizione formata da Luigi VII e Ruggero II di Sicilia contro Corrado III di Germania e l'imperatore bizantino Manuele I Comneno. Gli antenati dei sassoni di Transilvania giunsero sul suolo magiaro durante il regno di Géza. Anche i cavalieri dell'Europa occidentale e i guerrieri musulmani delle steppe del Ponto si stabilirono in Ungheria in questo periodo. Géza concesse ai suoi soldati musulmani di prendere delle concubine, un provvedimento senza precedenti.
Il sovrano intervenne almeno sei volte nei combattimenti per Kiev per conto di Izjaslav II inviando rinforzi o guidando personalmente le sue truppe nella Rus' tra il 1148 e il 1155. Egli intraprese inoltre delle guerre contro l'impero bizantino per conto dei suoi alleati, inclusi i suoi cugini, i governanti del Gran Principato di Serbia, ma non poté impedire ai romei di prevalere nelle lotte che affliggevano lo Stato a lui confinante. Al contempo emersero dei conflitti tra Géza e i suoi fratelli, Stefano e Ladislao, i quali abbandonarono l'Ungheria e si stabilirono alla corte dell'imperatore Manuele a Costantinopoli. Géza appoggiò Federico Barbarossa contro la Lega Lombarda mettendo a disposizione dei soldati di supporto tra il 1158 e il 1160. Dopo che i cardinali che sostenevano Federico Barbarossa elessero come antipapa Vittore IV, Géza riconobbe la sua legittimità nel 1160, cambiando però partito nel giro di un anno e concludendo un concordato con l'avversario di Vittore IV, il pontefice Alessandro III. Prima della sua morte, Géza istituì un ducato separato sotto forma di appannaggio per uno dei propri figli, Béla.