Industria e letteratura
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Tra industria e letteratura italiana nacque un nuovo rapporto tra gli anni cinquanta e sessanta del Novecento, durante il cosiddetto boom economico italiano. La nuova rivoluzione industriale, con tutte le problematiche che essa implicava in termini di vita sociale e personale (rapporto uomo-macchina), non poteva che influire anche sulla vita culturale e sulla produzione letteraria. Ne derivò una crisi che, da un lato colpiva il ruolo sociale dell'intellettuale (impegnato, come allora si diceva), dall'altro veniva a intrecciarsi con la situazione del sud, arretrata e ricca di delicati risvolti umani. Risultavano così alterati e complicati, tra l'altro, anche i termini della secolare questione meridionale.[1] Fiorì dunque in quegli anni un filone letterario chiaramente riconducibile alla complessa realtà industriale italiana.