Con le espressioni biancheria intima, intimo e lingerie (termine francese, pronuncia [lɛ̃ʒəˈʁi][1] – che deriva da linge, "di lino") si definisce l'insieme di elementi di vestiario indossati sotto i vestiti.

Disambiguazione – "Intimo" rimanda qui. Se stai cercando altri significati, vedi Intimo (disambigua).

Con biancheria intima (o intimo) si indicano tanto capi femminili quanto capi maschili, mentre il termine lingerie (adattato in italiano fin dal XVII secolo in lingeria[2]) di solito viene riservato ai capi prettamente femminili e particolarmente ricercati.

Storia

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Anche il popolo romano, come testimoniano le costruzioni adibite a terme e palestre giunte fino a noi, teneva in grande considerazione la cura per il proprio corpo, che lavava, profumava, massaggiava, e allenava quotidianamente.

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L'intimo maschile era costituito dalla subucula o tunica interior, sotto la quale, a volte, si indossava il supparum a protezione delle gambe e il subligaculum (anche per le donne), un pezzo di lino, passato tra le cosce e allacciato intorno alla vita, usato soprattutto da ballerine e atleti, mentre matrone e senatori non indossavano nulla sotto la tunica; si narra, a tale riguardo, che Cesare, cadendo sotto le coltellate dei nemici, abbia stretto a sé la toga in un ultimo gesto di pudore.

Gli uomini non tolleravano la vista dei seni femminili troppo grandi o, peggio ancora, flosci e cadenti (che gli ricordavano i costumi delle donne barbare), quindi le signore adottavano tutta una serie di accorgimenti atti allo scopo:

  • il mamillare era una fascia di cuoio che serviva per appiattire e contenere la crescita,
  • lo strophium, come gli odierni reggiseni criss-cross, sosteneva senza comprimere, mentre, se di seno ce n'era veramente troppo, si ricorreva al cestus, un corpetto di cuoio morbido, o addirittura ad una specie di corsetto, che dall'inguine, arrivava alla base del petto (il mito narra che fu Venere a inventarlo e a consigliarlo a Giunone, notoriamente prosperosa, alla quale si deve l'aggettivo giunonica).

Tutti questi accessori suscitavano negli uomini una forte carica erotica, da qui la nascita del culto feticista per alcuni oggetti.

Le popolazioni germaniche, i cosiddetti barbari, avevano usi e costumi molto rudi e arcaici. Per quel che riguarda la biancheria intima di questi popoli, frammentarie sono le documentazioni giunte fino a noi: in genere non portavano nulla che assomigliasse alle odierne mutande, perché, visto che usavano i pantaloni, le giudicavano superflue. I Goti indossavano a pelle, una tunica bianca, mentre risulta che i Longobardi usassero un indumento a protezione dei genitali e, addirittura, camicie per la notte.

Cronologia

Note

Bibliografia

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

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