Bassa fedeltà (musica)
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Con il termine bassa fedeltà (o anche lo-fi o low-fi, contrazione del termine in lingua inglese low fidelity[1]) si indica un tipo di produzione musicale in cui gli elementi generalmente considerati imperfezioni di una registrazione o di un concerto sono udibili, alcune volte come scelta estetica deliberata. Gli standard di qualità del suono (fedeltà) e la produzione musicale sono evoluti nel corso dei decenni, il che significa che alcuni vecchi esempi di bassa fedeltà potrebbero non essere stati inizialmente riconosciuti come tali. Lo sviluppo tecnologico nell'ambito degli strumenti di registrazione professionali rese poi disponibili una serie di apparecchiature a 4-tracce analogiche capaci di registrare su normali musicassette (anziché su nastri a bobina) come, ad esempio, il Portastudio della Tascam. Lo-fi iniziò ad essere riconosciuto come uno stile di popular music negli anni '90[2], quando divenne parte integrante della attitudine musicale DIY (traduzione di "fai da te").[3]
Lo-fi | |
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Origini stilistiche | Indie rock, dream pop, trip hop, new wave, hip hop, jazz |
Origini culturali | Stati Uniti, Regno Unito e Canada |
Strumenti tipici | Voce, chitarra elettrica, basso elettrico, batteria, tastiera, campionatore |
Generi derivati | |
Phonk | |
Categorie correlate | |
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La distorsione armonica e il "calore analogico" sono talvolta erroneamente riconosciuti come caratteristiche fondamentali della musica lo-fi.[4] La sua estetica è in realtà definita dall'inclusione di elementi normalmente considerati indesiderabili in contesti professionali, come note mal interpretate, interferenze ambientali o imperfezioni fonografiche (segnali audio degradati, sibilo del nastro e così via). Artisti pioneristici, influenti o comunque significativi includono i Beach Boys (Smiley Smile), R. Stevie Moore (spesso chiamato «the godfather of home recording»), Paul McCartney (McCartney), Todd Rundgren, Jandek, Daniel Johnston, Guided by Voices, Sebadoh, Beck, Pavement e Ariel Pink.[5] Gli italiani Twenty Four Hours hanno registrato i loro due primi dischi ufficiali, pubblicati da Mellow Records proprio con due Tascam Portastudio rispettivamente nel 1991 e 1994. Anche se il termine lo-fi nel lessico culturale è stato utilizzato inizialmente per definire qualcosa di distante dall'alta fedeltà, il DJ della WFMU William Berger di solito è accreditato come uno dei massimi divulgatore di questo termine sin dal 1986. In vari punti dagli anni '80, lo-fi è stato connotato con la "cassette culture", l'etica DIY tipica del punk rock, dell'indie rock, del primitivismo, outsider music, autenticità, stereotipi di slacker / Generazione X e nostalgia culturale. La nozione di musicisti da "camera da letto" si è ampliata in seguito all'ascesa delle moderne workstation audio digitali e, alla fine degli anni 2000, l'estetica lo-fi è stata la base dei generi Pop ipnagogico e chillwave. In ambito di musica elettronica il concetto di lo-fi può anche riferirsi a musica creata con sintetizzatori analogici o con vecchi computer 8-bit.