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attore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Louis de Funès, all'anagrafe Louis Germain de Funès de Galarza (Courbevoie, 31 luglio 1914 – Nantes, 27 gennaio 1983), è stato un attore e comico francese.
La sua famiglia apparteneva alla nobiltà di Siviglia (con discendenza dai Marchesi di Galarza): il padre, Carlos Luis de Funès de Galarza (1871-1934), esercitava la professione di avvocato, diventando in seguito diamantaio, mentre la madre Léonor Soto Reguera (1878-1959) si occupava della famiglia. Il nonno materno, Teodolindo Soto Barro (1848-1906), era un influente politico in Spagna.
Il 27 aprile 1936 Louis sposò in prime nozze Germaine Louise Elodie Carroyer, dalla quale ebbe un figlio, Daniel Charles Louis (nato nel 1937).
Dopo il divorzio nel 1942, l'anno successivo Louis sposò in seconde nozze Jeanne Augustine Barthélèmy, pronipote di Guy de Maupassant. Da lei ebbe due figli: Patrick Charles (nato nel 1944), divenuto medico radiologo e Olivier de Funès (nato nel 1949), divenuto comandante pilota dell'Air France.
Louis divenne pianista e fece buon uso di questa capacità in alcuni dei suoi film, quali Colpo grosso ma non troppo (1965), Chi ha rubato il presidente? (1966) e Beato fra le donne (1970).
Cimentatosi inizialmente nel teatro, malgrado le brevi apparizioni fu notato presto per la sua vena comica, in particolare da Sacha Guitry che lo ingaggiò diverse volte. Gli aspetti principali della comicità di de Funès erano la sua abilità nel mimare e fare smorfie, la prorompente vitalità nell'esprimere emozioni od opinioni, la capacità di rappresentare la collera, di emettere grugniti e rumori, di gesticolare in maniera vivace. Negli anni Cinquanta cominciò a farsi conoscere grazie a film come Ah! Les belles bacchantes e Il montone a cinque zampe, ove affiancò i più grandi attori dell'epoca, ma anche La legge del più furbo (1958), dove interpretò il ruolo del bracconiere che elude puntualmente l'occhio vigile di una guardia forestale, e che gli valse il titolo di migliore comico attuale.
Tuttavia dovette aspettare il 1964 per diventare davvero famoso con Una ragazza a Saint-Tropez, prima pellicola della serie dei Gendarmi. Appena due mesi più tardi, trionfò ancora nel ruolo di un rappresentante delle forze dell'ordine, l'ispettore Juve, in Fantomas 70 (1964), accanto a Jean Marais e a Mylène Demongeot. Mentre il successo tra il grande pubblico cresceva sempre più, alla fine del 1964 girò Colpo grosso ma non troppo di Gérard Oury, in cui apparve accanto a Bourvil. Nel 1966 fu la volta di Tre uomini in fuga, sempre con Bourvil: il film detenne il record dei biglietti venduti al botteghino in Francia (17 milioni), fino all'arrivo del film Titanic di James Cameron del 1997. Nello stesso periodo, De Funès ritornò al teatro.
A fine novembre del 1971 iniziarono le rappresentazioni di Oscar al teatro del Palais-Royal, in cui De Funès recitò quasi tutte le sere fino al settembre del 1972, salvo un'interruzione estiva. Nel 1973 girò Le folli avventure di Rabbi Jacob, che uscì il 18 ottobre dello stesso anno. Subito dopo, si trovò nuovamente sul palcoscenico al Théâtre des Champs-Élysées. Fino al 25 aprile 1974 recitò quasi duecento volte la pièce di Jean Anouilh: La Valse des Toréadors (Il valzer dei toreador), che fu la sua ultima apparizione teatrale.
Da quel momento si concesse un periodo di riposo nel castello di famiglia della moglie, situato presso Le Cellier, nel dipartimento della Loira Atlantica, dove si occupò molto di giardinaggio, rifiutando qualsiasi altro impegno prima delle riprese - che si prevedevano faticose - del successivo film di Gérard Oury, Le Crocodile, previste per il maggio del 1975, nel quale avrebbe dovuto interpretare la parte di un dittatore sudamericano.
Ma nel marzo del 1975, mentre la fase di pre-produzione de Le Crocodile era già a buon punto, fu vittima di un infarto, che lo fece rinunciare definitivamente agli impegni teatrali. Anche la sua carriera cinematografica ne risultò compromessa, dato che gli assicuratori non volevano più sostenere i rischi delle riprese di un altro film, finché Claude Zidi, il regista de L'ala o la coscia? (1976), riuscì a ottenere un'assicurazione per due settimane di riprese.
Louis de Funès recitò ancora in alcuni film, come La Zizanie (1978), con Annie Girardot, e Il gendarme e gli extraterrestri (1979). Nel 1980 realizzò una versione cinematografica di una commedia di Molière secondo la propria interpretazione personale: fu così che L'Avare raggiunse il grande schermo, anche se non ebbe che un modesto successo. Nello stesso anno Jerry Lewis gli consegnò di persona il César alla carriera.
Nel 1981 girò una trasposizione cinematografica del romanzo La Soupe aux choux di René Fallet, insieme a Jean Carmet e Jacques Villeret. La sua carriera giunse al termine l'anno seguente, con Le Gendarme et les gendarmettes: il 27 gennaio 1983 fu vittima di un altro infarto, che gli risultò fatale. È sepolto al cimitero di Le Cellier. Gli venne dedicato anche il film Papy fait de la résistance (1983), in cui doveva avere il ruolo di Papy o del fratellastro di Adolf Hitler, ma dopo la morte improvvisa fu sostituito da Michel Galabru e da Jacques Villeret.
Il talento di de Funès si adattava bene all'ambito del duo comico, sia fisso che occasionale, con attori dei generi più diversi:
De Funès e Totò rimasero sempre amici; spesso in Francia Totò fu doppiato da de Funès[1].
Scrive il critico cinematografico italiano Edoardo Caroni:
«A Louis de Funès, come del resto a Jerry Lewis o a Totò tanto per citare altri nomi, non è stato spesso attribuito da parte della critica il giusto peso (ad eccezione di Truffaut ai tempi dei "Cahiers du cinéma"). I comici in genere non vengono considerati degli attori completi, ma sono le platee a decretarne il successo. Il pubblico, scevro da preconcetti e apparati "scientifici" di valutazione, sa cogliere istantaneamente l'efficacia di una trovata o di uno sketch e dunque la grandezza di un interprete. In una fase successiva è sempre il pubblico che, nella doppia veste di telespettatore e/o consumatore (nel caso dell'acquisto dei dvd), conferma o meno la longevità di un artista. La comicità al fine di funzionare deve essere immediata e recepibile senza filtri. Far ridere non è considerato dai cosiddetti "benpensanti" un qualcosa di serio, ma saperlo fare non è facile e de Funès ci è riuscito e ci riesce ancora molto bene.[2]»
De Funès non ha mai voluto interpretare ruoli drammatici, rimanendo fino alla fine un inguaribile clown. Il perfezionismo e la pignoleria, accompagnate da un atteggiamento sovente ansioso, ne hanno segnato il percorso artistico. Nel lavoro non si risparmierà mai, da vero professionista. È stato per due decenni (dal 1963 al 1983) il campione incontrastato del botteghino d'oltralpe e uno degli attori francesi più conosciuti al mondo.[3] Ha avuto la capacità di adattarsi nel tempo ai gusti di un pubblico via via maggiormente esigente e colto. Il suo genio comico ha attirato nelle sale milioni di spettatori, consapevoli che con lui andavano sul sicuro, non rischiando mai di assistere ad uno spettacolo scandaloso, malinconico o violento. Ha costantemente fatto cinema per tutta la famiglia e questo è uno dei segreti del suo enorme successo.[4][5]
Il 31 luglio 2019 è stato inaugurato a Saint-Raphaël il Musée Louis de Funés. Nell'occasione Nice-Matin e Var-Matin hanno fatto sette interviste a personaggi che hanno collaborato con Louis de Funès[6] pubblicandole periodicamente nel corso dell'estate 2019.
Louis de Funès ha eseguito molte canzoni in scena, su schermo o in disco, tra cui:[9]:
Ha inoltre registrato favole, giochi e storie per bambini (Gli Aristogatti) su microgroove[10].
Louis de Funès è il campione incontrastato al botteghino francese degli anni sessanta e settanta, con più di centocinquanta milioni di spettatori nei cinema. Tra 1964 e 1979, l'attore risultò il n°1 per ben sette volte (1964, 1965, 1966, 1967, 1970, 1973 e 1979). Nel 1967, è ancora una volta il n°1 con Le grandi vacanze, il n°2 con Io, due figlie, tre valigie e il n°5 con Fantomas contro Scotland Yard.
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