Francia
stato dell'Europa occidentale, membro dell'Unione Europea Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La Francia (in francese: France, /fʁɑ̃s/), ufficialmente Repubblica francese (in francese: République française), è uno Stato situato nell'Europa occidentale[10], ma che possiede ugualmente territori disseminati su più oceani e altri continenti.
La Francia è una repubblica costituzionale unitaria, avente un regime semipresidenziale. Parigi è la capitale, la lingua ufficiale è il francese, le monete ufficiali sono l'euro e il franco CFP nei territori dell'oceano Pacifico. Il motto della Francia è «Liberté, Égalité, Fraternité» e la bandiera è costituita da tre bande verticali di uguali dimensioni di colore blu, bianco e rosso[11]. L'inno nazionale è La Marsigliese.
È uno stato formatosi all'inizio dell'Alto Medioevo, che prende il suo nome dal popolo germanico dei Franchi. Dall'inizio del XVII secolo alla prima metà del XX secolo, ha posseduto un vasto impero coloniale. Nella seconda metà del XX secolo è stata uno degli Stati fondatori dell'Unione europea. Inoltre, è la terza potenza nucleare mondiale, uno dei membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite e uno Stato aderente alla NATO. Ugualmente è membro del G7, del G20, della zona euro, dello spazio Schengen e ospita la sede del Consiglio d'Europa, del Parlamento europeo e dell'UNESCO. La Francia possiede una certa influenza in materia politica, economica, militare e culturale in Europa e nel mondo come media potenza[12][13][14].
Esercita la propria sovranità su territori presenti in tre oceani e quattro continenti[15]. La sua geopolitica è importante a livello mondiale, perché possiede un gran numero di ambasciate e consolati, secondo solo a quello degli Stati Uniti, e dispone di basi militari su tutti i continenti. La Francia detiene la prima zona economica esclusiva (spazio marittimo) al mondo, al quale si aggiunge un'estensione di piattaforma continentale di 579899 km² nel 2015[16].
Al 1º gennaio 2016 la popolazione totale della Francia è di circa 67,2 milioni d'abitanti, secondo le stime pubblicate dall'INSEE, di cui 64 513 000 nelle regioni metropolitane, 2 114 000 nelle regioni d'oltremare e 604 400 nelle collettività d'oltremare e in Nuova Caledonia. È il secondo Stato più popolato dell'Unione europea dopo la Germania. Inoltre, è anche lo Stato più esteso dell'Unione europea e il terzo paese più vasto d'Europa[17]. È, nel 2014, la terza potenza economica europea dopo la Germania e il Regno Unito, nonché la sesta potenza economica mondiale per prodotto interno lordo nominale (nona a parità di potere d'acquisto) e possiede un livello di vita molto elevato. Antica potenza coloniale, la sua cultura si è diffusa attraverso il mondo ed è oggi membro dell'Organizzazione internazionale della francofonia. La lingua francese è, dopo l'inglese, la seconda lingua più studiata al mondo[18] ed è una delle sei lingue ufficiali (e una delle due lingue di lavoro) dell'ONU.
La presenza umana sul territorio dell'odierna Francia risale addirittura al Paleolitico inferiore. Uno dei siti più antichi (1 800 000 anni fa), contestato da alcuni storici, è il sito di Chilhac (Alta Loira). Il territorio francese presenta un numero significativo di grotte decorate del Paleolitico superiore, di cui la più famosa è probabilmente Lascaux (Dordogna, 15 000 anni fa). A partire da circa 7 000 anni fa, tutta la regione entra nel Neolitico, il più antico villaggio noto fu il sito di Courthézon (Vaucluse), datato 4560 a.C.
Arrivati in Francia intorno al 900 a.C. i Celti (Galli) ne occuparono gran parte del territorio verso il III secolo a.C. Nel 680 a.C. circa la costa mediterranea vide l'arrivo dei primi coloni greci, con la fondazione di una colonia presso Antibes.
La regione più meridionale della Gallia passò sotto la dominazione romana nel 125 a.C. (Gallia Narbonense), e successivamente il resto del territorio nel 51 a.C., dopo la guerra di Gallia. Sotto l'Impero romano, si sviluppò una civiltà gallo-romana prospera, portando alla Francia una base di cultura latina e indirettamente, alla successiva cristianizzazione, che si verifica lentamente tra il II e il VI secolo.
La conversione al cristianesimo del capo franco Clodoveo, battezzato a Reims il 24 dicembre 496 dal vescovo san Rémi, fece di lui un alleato della Chiesa e gli permise di conquistare buona parte della Gallia a cavallo tra il V e il VI secolo. L'unione tra le eredità gallo-romane, l'apporto germanico e il cristianesimo è stato lungo e difficile, poiché i Franchi erano in origine una società guerriera le cui leggi erano molto lontane dal diritto romano e dai principi cristiani. Mentre la debolezza demografica del regno franco portò a un declino nelle città, il cristianesimo prese piede attraverso la fondazione di chiese rurali e, soprattutto, di numerosi monasteri. Se il potere di Clodoveo sembrava inizialmente solido, la dinastia dei Merovingi si trovò presto in gravi difficoltà e scomparve nel 751, quando Pipino il Breve fu incoronato re dei Franchi, fondando così la dinastia dei Carolingi.
Pipino il Breve e suo figlio Carlo Magno espansero notevolmente il regno franco, che alla fine dell'VIII secolo copriva più di un milione di chilometri quadrati. L'immenso impero carolingio era controllato da un'amministrazione centrale con sede ad Aquisgrana (Aix-la-Chapelle), e dai conti rappresentanti Carlo Magno sparsi su tutto l'impero e sorvegliati dai missi dominici. Carlo Magno, incoronato nell'800 imperatore dell'Occidente, rilanciò le arti liberali nell'istruzione e fece sì che il palazzo di Aquisgrana diventasse un centro di attività intellettuale e artistica di alto livello. Cionondimeno, dopo la morte dell'imperatore, i suoi conti e vassalli riuscirono gradualmente a rendere ereditarie le loro cariche e i nipoti di Carlo Magno si spartirono l'Impero nel trattato di Verdun (843); Carlo il Calvo ottenne la Francia occidentalis, che corrispondeva all'incirca ai due terzi occidentali dell'attuale Francia e i cui confini variarono di poco fino alla fine del Medioevo, mentre la parte orientale (comprendente la Germania) divenne il Sacro Romano Impero. Il nuovo regno, tuttavia, dovette affrontare tre diverse ondate di invasioni nei secoli IX e X, guidate dai musulmani, dai vichinghi e dai magiari. Allo stesso tempo, i poteri degli ex conti continuarono ad aumentare, mentre il potere reale diminuì; si instaurò una società feudale, caratterizzata dalla divisione in tre ordini: il clero, la nobiltà e il terzo stato.
Nel 987, Ugo Capeto fu eletto re dai suoi pari, cioè i nobili del regno;[19] la monarchia ritornò ereditaria e i capetingi regnarono sulla Francia per più di otto secoli. Tuttavia, i primi re capetingi controllavano direttamente solo una porzione molto piccola del territorio francese, definite le terre della corona francese (domaine royal), e alcuni loro vassalli erano molto più potenti di loro. Nel XII secolo, il potere reale cominciò ad affermarsi sul potere dei nobili, ma, a partire dagli anni 1150, dovette far fronte alla nascita di un «impero plantageneto» che riuniva l'Inghilterra e le terre ad ovest della Francia.
Il regno dei capetingi arrivò al suo massimo splendore nel XIII secolo, quando la monarchia riprese il potere che aveva perduto e l'arte e la cultura francese presero piede in Europa. Filippo II Augusto (1180-1223) riuscì a conquistare la maggior parte dei possedimenti francesi dei Plantageneti, ponendo temporaneamente fine alla minaccia inglese e ampliando notevolmente il dominio reale. Luigi IX (1226-1270) agì come paladino della cristianità e partecipò alla settima e all'ottava crociata e fu presto canonizzato dalla Chiesa cattolica[20].
Il XIV secolo e la prima metà del XV videro la Francia sprofondare in una grave crisi, su molteplici fronti. La guerra dei cent'anni contro l'Inghilterra, nata dalla lotta di successione al trono francese dopo Carlo IV il Bello, devastò il paese. Tuttavia, la crisi non fu esclusivamente politica e militare, bensì pure demografica: a partire dal 1347, la peste nera uccise almeno un terzo della popolazione del regno.[21] La crisi fu anche sociale (le insurrezioni nelle città e nelle campagne si moltiplicarono), nonché economia e religiosa. Anche se la monarchia fu colpita da questa crisi, ne uscì rafforzata: il potere centrale, trasferitosi nella valle della Loira, dove furono costruiti una serie di castelli, si dotò di nuovi istituzioni, stabilì un esercito e un sistema fiscale permanente, e iniziò il passaggio dal Medioevo al Rinascimento.[22]
Nel tardo Medioevo i re cattolici di Spagna e possedimenti degli Asburgo si unirono dando vita all'impero di Carlo V. Francesco I e suo figlio Enrico II lottarono contro questo nuovo potere alternando successi a battute d'arresto. Ma sarà solo con Enrico IV e Luigi XIII e il suo ministro Richelieu, che la preponderanza spagnola verrà messa in discussione a vantaggio della Francia.
Sul fronte del dominio coloniale, nonostante le iniziali espansioni portate in America con la spedizione di Jacques Cartier sotto Francesco e gli insediamenti nel mar dei Caraibi, in Louisiana e in Senegal sotto Luigi XIV, la mancanza di determinazione di Luigi XV farà pendere l'ago della bilancia in favore dell'Inghilterra in India e in Canada.
Il più grande esponente dell'assolutismo francese è di certo Luigi XIV di Francia, definito "Re Sole" per il gran potere che aveva.
Luigi XIV avviò diverse campagne militari molto dispendiose, da prima contro il Ducato di Borgogna, poi contro la Repubblica delle Sette Province Unite in cui la Francia perse. Le perdite economiche e militari diedero inizio alla decadenza della monarchia francese.
A seguito della Rivoluzione francese, con cui l'autocrazia dei Borbone ebbe termine, iniziò l'età napoleonica, che elevò il Regno di Francia a Primo Impero Francese sotto Napoleone I Bonaparte, che conquistò, tra il 1796 e il 1815, parte della penisola iberica, l'Italia attraverso le repubbliche sorelle e il Sacro Romano Impero nel 1804, spodestando i sovrani di mezza Europa.
Durante il XIX secolo, in Francia si succedettero Regno, Repubblica (Seconda Repubblica, Terza Repubblica) e Impero (Primo Impero Francese con Napoleone I e Secondo con Napoleone III).
Durante la fine del XIX secolo e l'inizio del XX secolo, la Francia è l'emblema della Belle Époque, epoca di gigantesco sviluppo industriale e tecnologico situata tra la guerra franco-prussiana e la prima guerra mondiale, che in Francia si presenterà sotto forma di personaggi come Louis Pasteur, Claude Monet, Edouard Manet, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas, i fratelli Lumiere e Gustave Eiffel.
Durante tale epoca inizierà anche il colonialismo francese in Africa.
La Terza Repubblica francese uscirà vincente dalla prima guerra mondiale con la Triplice intesa.
Nel 1940, durante la seconda guerra mondiale, la Terza Repubblica francese sarà spezzata e in parte annessa al Terzo Reich venendo riunificata solo il 6 giugno del 1944 con il D-Day (sbarco in Normandia).
Dopo la seconda guerra mondiale, la Francia, un po' come tutta l'Europa, è rimasta distrutta dai bombardamenti e le ricostruzioni saranno terminate con la presidenza di Charles de Gaulle e la Quarta Repubblica francese, succeduta dall'attuale Quinta Repubblica.
Nel 1789 scoppiò la Rivoluzione francese, che finì con la presa del potere da parte di Napoleone Bonaparte.
Nel 1814 l'impero Napoleonico lasciò il posto alla prima restaurazione borbonica con l'abdicazione e l'esilio all'isola d'Elba di Napoleone in seguito alla sconfitta nella battaglia delle Nazioni: le forze vincitrici rimisero cioè sul trono Luigi XVIII. Nel 1815, dopo la fuga dall'Elba e il ritorno a Parigi, Napoleone ripristinò il proprio impero per Cento Giorni, dopodiché fu costretto ad abdicare per una seconda volta in seguito alla sconfitta di Waterloo. Ebbe così inizio la seconda restaurazione borbonica (a distanza di nemmeno un anno dalla prima), che riportò Luigi XVIII sul trono della Francia, una monarchia costituzionale.
Nel 1830 e 1848 vi furono in Francia delle rivolte (moti) popolari.
Il 2 dicembre 1851 il Presidente della Repubblica, Luigi Napoleone Bonaparte, nipote di Napoleone, organizzò un colpo di Stato. Il 4 gennaio 1852 venne proclamato imperatore con il nome di Napoleone III. Moriva la Seconda Repubblica francese e nasceva il Secondo Impero.
Inizialmente il Paese visse un'importante fase di industrializzazione, guidato da una politica liberale in campo economico, basata su una forte struttura capitalistica (banche, imprese ferroviarie e marittime, tessili e industrie pesanti, grandi magazzini, ecc.). Napoleone III si assicurò la fiducia nel Regno Unito (Guerra di Crimea), aumentò l'influenza della Francia in Medio Oriente e le sue azioni in Italia contro l'Austria permisero l'annessione delle regioni piemontesi della Savoia e di Nizza. Ma gravi battute d'arresto offuscarono notevolmente l'immagine del regime e la lotta contro la Prussia di fatto ne causò la caduta. Nel 1870 la sconfitta di Sedan e la perdita di Alsazia e Lorena aumentarono il risentimento nazionale. Altro fatto significativo riguardava il fronte demografico: la Francia non era più il paese più popoloso d'Europa, come prima della Rivoluzione francese, ma si vedeva oramai sopravanzato dalla popolazione tedesca.
Nel 1871 si costituì la Comune di Parigi che portò alla nascita della Terza Repubblica francese. Gli ultimi decenni dell'800 furono noti in Francia e fuori come Belle Époque.
Terza Repubblica francese fu il nome assunto dallo Stato repubblicano nato in Francia dopo la sconfitta di Sedan.
Questa forma di governo, che sostituì quella del Secondo Impero, durò quasi settant'anni, fino all'invasione tedesca del paese del 1940.
La politica interna della Terza Repubblica fu caratterizzata da governi instabili, a causa di maggioranze divise o poco superiori di numero alle opposizioni. Il disorientamento per la sconfitta subita e l'instabilità politica favorirono vari scandali finanziari (Panama, Stavisky, ecc.) ed episodi di antisemitismo come l'affare Dreyfus.
Il nazionalismo di alcuni ambienti militari alimentò inoltre scontri istituzionali che portarono a situazioni vicine al colpo di Stato (come per il caso Boulanger o per le ripercussioni dell'affare Dreyfus). Non mancarono, tuttavia, vaste riforme sociali, attuate soprattutto dalla Sinistra.
La politica estera fu caratterizzata dall'espansionismo coloniale (Africa e Indocina), dal sentimento di rivalsa nei confronti della Germania (revanscismo) e da un isolamento che perdurò fino a quando Russia e Gran Bretagna non riscontrarono nella Germania un pericolo maggiore della Francia.
In seguito all'attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914, l'Austria-Ungheria dichiarò guerra alla Serbia alla fine di luglio. Intanto stavano per mobilitarsi la Russia, la Germania e la Francia. La Germania era la nazione militarmente più preparata all'evento bellico. In seguito, come un effetto domino, la Russia dichiarò guerra all'Austria-Ungheria, la Germania dichiarò guerra alla Russia, la Francia e la Gran Bretagna dichiararono guerra alla Germania. La Germania occupò il Lussemburgo il 2 agosto 1914 e pose un ultimatum al neutrale Belgio: doveva permettere all'esercito tedesco il passaggio per invadere la Francia. I belgi rifiutarono e la Germania, in pochissimo tempo, riuscì ad occupare il Belgio.
I tedeschi presero Bruxelles il 20 agosto 1914. Poche settimane dopo riuscirono ad occupare una larga porzione di territorio francese nel nordest. Il piano originale prevedeva di continuare verso sudovest e attaccare Parigi da ovest. Nel mese di settembre, l'esercito tedesco era a poche decine di chilometri da Parigi, così il governo francese fu costretto a trasferirsi a Bordeaux. Le armate dell'Intesa riuscirono a fermare l'avanzata tedesca nei pressi del fiume Marna.
Sul fronte occidentale, le prime improvvisate trincee dei primi mesi diventarono ben presto sempre più complesse, diventando il principale sistema difensivo. Il paesaggio era dominato dalla guerra di trincea. La guerra di movimento diventò guerra di posizione. Si susseguivano attacchi e contrattacchi da ambo le parti. Nessuna delle parti avanzava molto, ma entrambe pativano numerose perdite in vite umane.
La guerra nel fronte occidentale venne combattuta soprattutto in Francia e fu caratterizzata da battaglie estremamente violente, spesso con nuovi mezzi di distruzione. Tra le battaglie combattute in Francia vi furono la prima battaglia della Marna, di Verdun, della Somme e la seconda battaglia della Marna.
Quando la Russia abbandonò la guerra nel 1917, gli imperi centrali arrivarono a controllare i Balcani e potevano riversare tutte le loro forze nel fronte occidentale. Intanto stavano entrando in guerra gli Stati Uniti, a fianco degli alleati dell'Intesa.
Nel marzo 1918 la Germania lanciò una vasta offensiva sul fronte occidentale. A maggio i tedeschi raggiunsero ancora una volta la Marna, come nel settembre 1914. Nella seconda battaglia della Marna, gli alleati furono in grado di difendere e anche di contrattaccare. Questo successo alleato fu dovuto in parte all'esaurimento dell'esercito tedesco, in parte all'aiuto fondamentale delle truppe statunitensi. I tedeschi vennero respinti oltre i loro confini. Intanto cadevano anche l'Austria-Ungheria e l'Impero ottomano. Ai primi di ottobre venne chiesto l'armistizio.
Nel Trattato di Versailles, dove vennero presi gli accordi, fu Georges Clemenceau a negoziare per conto della Francia. Alla Germania venne attribuita la responsabilità del conflitto e dovette pagare i danni di guerra.
L'invasione tedesca della Polonia, iniziata il 1º settembre 1939, causò la reazione di Francia e Gran Bretagna, le quali dichiararono guerra alla Germania. Inizialmente gli alleati franco-britannici non lanciarono attacchi massicci e stanziarono in difesa. La battaglia di Francia iniziò nel maggio 1940. Nel 1940, inoltre, si tenne il celebre Appello del 18 giugno da parte del generale Charles de Gaulle. La Wehrmacht riuscì a superare la linea Maginot, marciando attraverso la foresta delle Ardenne. Una seconda armata tedesca venne inviata in Belgio e nei Paesi Bassi. In sei settimane di selvaggi combattimenti, i francesi persero novantamila uomini. I leader francesi si arresero alla Germania nazista il 24 giugno 1940, dopo che le forze britanniche ebbero lasciato il continente dal porto di Dunkerque. La Germania nazista occupò tre quinti del territorio francese, lasciandone il resto, collocato a sud-est, alla Francia di Vichy: Stato fantoccio collaborazionista con la Germania, venne fondato il 10 luglio 1940 e alla sua guida era Philippe Pétain, eroe della prima guerra mondiale. Terminava così la Terza repubblica.
Il 6 giugno 1944 è ricordato come il D-Day (o Sbarco in Normandia).
Alla fine della seconda guerra mondiale la Francia fu inclusa a pieno titolo tra le potenze vincitrici, in virtù del costante sforzo diplomatico e militare antitedesco sostenuto, soprattutto dopo il 1942, sia nelle colonie sia in patria dalla resistenza e dalle forze francesi libere. Nella Conferenza di Potsdam furono infatti riconosciuti a Parigi una zona d'occupazione in Germania e un settore di Berlino (ambedue ritagliati dalla zona britannica). La Quarta Repubblica fu promulgata il 27 ottobre 1946, ma dovette affrontare gravi difficoltà nell'impero coloniale, prima in Indocina e poi in Algeria, oltre alla decolonizzazione attraverso negoziati. Nonostante l'instabilità politica il Paese partecipò attivamente alla creazione della Comunità europea del carbone e dell'acciaio nel 1950, e alla firma del Trattato di Roma del 1957 come membro fondatore del mercato comune. Inoltre, la politica di sviluppo del nucleare, sia civile sia militare, contribuì a una politica indipendente negli anni sessanta.
La Costituzione della Quinta Repubblica, venne adottata il 4 ottobre 1958 rendendo la Repubblica più resistente alle instabilità. Dal 1950 fino al 1973 l'economia francese ha conosciuto uno sviluppo fenomenale, poi un susseguirsi di crisi economiche e dei periodi di crescita lenta, con frequente alternanza al potere. Dagli anni cinquanta, la riconciliazione e la cooperazione con la Germania (ricordiamo il Trattato dell'Eliseo, del 22 gennaio 1963, che pose termine al conflitto tra le due nazioni) hanno consentito alla Francia di svolgere un ruolo di forza trainante nel processo di integrazione europea, in particolare con la Comunità economica europea. È diventata il secondo paese dell'Unione europea, a favore di un'Europa politica forte, anche se ha respinto la Costituzione europea con il 55% dei voti il 29 maggio 2005.
È il 10 dicembre 1948 quando venne firmata a Parigi la Dichiarazione universale dei diritti umani.
Nel XX secolo da ricordare la figura di Frédéric Passy, fondatore e presidente della prima società per la pace Società d'arbitraggio tra le Nazioni, Premio Nobel per la pace, nel 1901. Alla fine del XX secolo ricordiamo anche la figura di Édith Cresson, la prima donna Primo ministro in Francia (1991-1992).
La parte europea della Francia è Francia metropolitana ed è situata ad una delle estremità occidentali dell'Europa. È bagnata dal Mare del Nord al nord, la Manica a nord-ovest, l'oceano Atlantico ad ovest e il mar Mediterraneo a sud-est. Confina con il Belgio e il Lussemburgo a nord-est, la Germania e la Svizzera ad est, l'Italia e Monaco a sud-est, la Spagna e Andorra a sud-ovest.
Le frontiere al sud e ad est del paese corrispondono a dei massicci montuosi, i Pirenei, le Alpi, il massiccio del Giura, la frontiera ad est corrisponde al fiume Reno, invece la frontiera nord e nord-est non si fonda su nessuno elemento naturale. La Francia metropolitana comprende molte isole, soprattutto la Corsica e le isole costiere. Si trova tra le latitudini 42°19'46" N e 51°5'47" N, e le longitudini 4°46' O e 8°14'42" E.
La sua parte continentale si estende su circa 1000 km da nord a sud e da est ad ovest. La Francia è inoltre composta da numerosi territori situati fuori del continente europeo, correntemente chiamati Francia d'oltremare, che le permette di essere presente in tutti gli oceani del mondo, salvo l'oceano Artico. Questi territori hanno statuti speciali nell'amministrazione territoriale della Francia e sono situati:
La Francia possiede inoltre delle frontiere terrestri con il Brasile e il Suriname in Guyana francese, così come con i Paesi Bassi per la parte francese di Saint-Martin. La superficie totale della Francia è di circa 675000 km², che corrisponde ad un ettaro per abitante. Questa superficie non comprende la Terra Adelia, sulla quale la sovranità francese è contestata. È il quarantaduesimo più grande stato del mondo sulla superficie terrestre. Inoltre è anche il terzo paese più grande d'Europa, dopo la Russia e l'Ucraina, o il secondo se si includono i dipartimenti oltremare, e il più grande dell'Unione Europea. L'estensione del suo litorale, oltremare incluso è di 8245 km.
La Francia metropolitana possiede una grande varietà di paesaggi, che spaziano dalle grandi pianure costiere del nord e dell'ovest, alle catene montuose che caratterizzano il sud-est (Alpi) e il sud-ovest (Pirenei). Le Alpi francesi si elevano fino a toccare il punto più elevato dell'Europa occidentale in comune con l'Italia, il Monte Bianco, che culmina a 4810 m sul livello del mare. Ci sono anche altre regioni montane di più antica formazione, come le montagne della Corsica, il Massiccio Centrale, il Giura, i Vosgi, il Massiccio armoricano e le Ardenne che sono una regione molto rocciosa e boscosa. La Francia possiede anche un ampio sistema fluviale che è composto principalmente da fiumi quali la Loira, il Rodano (le cui sorgenti sono in Svizzera), la Garonna (le cui sorgenti sono in Spagna), la Senna, parte del Reno, della Mosa, della Mosella, della Somme, della Vilaine, che costituiscono propri bacini fluviali. L'estuario della Gironda è l'estuario comune dei fiumi Garonna e Dordogna, il più grande estuario dell'Europa occidentale.
La Francia metropolitana è anche spesso chiamata l'Hexagone ("esagono") in virtù della sua somiglianza con la forma geometrica[23].
La Francia metropolitana ha quattro grandi zone climatiche:
Fatta eccezione per il sud, che vede generalmente estati secche, la pioggia è uniformemente distribuita durante tutto l'anno.
Nelle regioni d'oltremare, vi sono tre grandi tipi di clima:
I dati al 1º gennaio 2010 rivelano che la Repubblica francese possedeva 65 447 374 abitanti, di cui 62 793 432 residenti nella Francia metropolitana.[24] (circa l'1% della popolazione mondiale). Un censimento generale nazionale è stato organizzato a intervalli regolari dal 1801, ma dal gennaio 2004, il censimento è permanente.[25]
La crescita della popolazione francese si presentava come una delle più forti dell'Europa, combinando una tasso di natalità superiore alla media europea (830 900 nati a fronte di 531 200 morti), e un saldo migratorio positivo (circa 100 000 individui l'anno): la popolazione francese era quindi cresciuta dello 0,61% su base annua. Per quanto riguarda il tasso di fecondità, era pari a 2,14 bambini per donna fertile, mentre il tasso medio in Europa era nello stesso periodo di 1,52 figli per donna. La Francia si presenta come il paese più prolifico nel continente assieme all'Irlanda.[26]
La piramide delle età all'inizio del XXI secolo presenta una struttura caratterizzata da una quota di popolazione anziana in espansione, dovuto sia all'aumento della speranza di vita, la Francia gode di una delle speranze di vita più elevate del mondo[27], sia all'arrivo alla terza età della generazione del baby boom.
Nel 2010 l'Istituto nazionale di statistica e degli studi economici (INSEE) stima che ci siano 6,7 milioni di immigrati (stranieri nati al di fuori del territorio), che rappresentano l'11% della popolazione. Questo la pone al sesto posto nel mondo, dopo gli Stati Uniti d'America (42,8 milioni), la Russia (12,3), l'Arabia Saudita (7,3), il Canada (7,2), la Germania (7,1) precedendo il Regno Unito (6,5) e la Spagna (6,4). I figli d'immigrati, discendenti diretti di uno o due immigrati, rappresentano nel 2008 6,5 milioni di persone, cioè un altro 11 % della popolazione. Tre milioni di loro avevano entrambi i genitori immigrati.[28] La percentuale di stranieri in Francia è paragonabile ad altri paesi dell'Europa occidentale, come Regno Unito (11,4%), Germania (8,7%), Spagna (12,2%), e inferiore a Paesi Bassi (20,6%), e Svizzera (22,1%). Gli immigrati sono principalmente originari dell'Unione europea (34%), del Maghreb (30%), dell'Asia (14%, di cui un terzo della Turchia) e dell'Africa subsahariana (11%).[29]
L'immigrazione in Francia ha inizio nel XIX secolo (380 000 stranieri residenti nel 1851).[30] La maggior parte degli immigrati provengono dall'Europa (Belgio, Germania, Italia, Spagna, Portogallo, Grecia, Armenia, ma anche Polonia, Romania e dagli Stati nati dallo scioglimento dell'ex-Jugoslavia), dai paesi del Maghreb e dell'Africa nera, sue ex colonie, della Cina (1 000 000 cinesi in Francia nel 2007[31]), della Turchia (500 000 nel 2007[32]) e dell'ex Indocina francese, soprattutto del Vietnam (250 000 nel 2008[33]). Gli zingari che vivono in Francia sono più di 500 000,[34] ma secondo il rapporto di Dominique Steinberger del 2000 in Francia vivrebbero almeno un milione di zingari[35] (moltissimi sono francesi da varie generazioni). I rom di origini rumene e bulgare presenti in Francia sono circa 15 000[36] (rom irregolari).
Secondo uno studio condotto nel 1999, quasi 14 milioni di persone avevano almeno un genitore o un nonno nato all'estero (23% della popolazione francese).[37]
Secondo uno studio pubblicato dalla rivista La France africaine[38] (2000), il 13% della popolazione francese era di origine nordafricana e africana (8/9 milioni di persone; meno di 4 milioni nel 1975).
La Francia è un paese laico e la libertà di religione è un diritto costituzionale. Vi è una rigorosa separazione tra Chiesa e Stato e la vita pubblica è mantenuta completamente laica.
Il cattolicesimo è la religione predominante da più di un millennio, anche se oggi non è praticata attivamente come un tempo. Tra i 47 000 edifici religiosi che si possono trovare in Francia, il 94% sono cattolici.[39] Mentre nel 1965 l'81% dei francesi si dichiarava cattolico, nel 2009 questa percentuale era scesa al 64%. Inoltre, mentre il 27% dei francesi nel 1952 si recava alle funzioni religiose almeno una volta alla settimana, questo dato era solo del 5% nel 2006.[40] La stessa indagine ha rilevato che i protestanti rappresentano il 3% della popolazione, con un aumento rispetto alle rilevazioni precedenti, e il 5% aderisce ad altre religioni, con il restante 28% che afferma di essere ateo.[40] Il protestantesimo evangelicale sembra essere la religione in più rapida crescita del paese.[41]
La rivoluzione francese ha comportato un cambiamento radicale nello status della Chiesa cattolica per via di una brutale campagna di scristianizzazione. Dopo il susseguirsi di governi monarchici cattolici e governi repubblicani laici nel corso del XIX secolo, nel 1905 è stata promossa la legge che sanciva la laicità dello Stato e la sua separazione dalle Chiese.[42]
Secondo un sondaggio del gennaio 2007,[43] solo il 10% di chi si è dichiarato cattolico frequenta regolarmente le funzioni religiose. Il sondaggio ha mostrato anche[44] che il 51% degli intervistati si identificava come cattolico, il 31% come agnostico o ateo (un altro sondaggio[45] stima la percentuale di atei pari al 27%), il 10% appartenente ad altre religioni o senza opinione, il 4% come musulmano, il 3% come protestanti, l'1% buddisti e l'1% come ebreo. Un altro sondaggio del dicembre 2006[46] afferma che solo il 27% dei francesi crede nell'esistenza di un qualche dio, contro un 32% di agnostici e un altro 32% di atei. Nel frattempo, una stima indipendente dal politologo Pierre Bréchon del 2009 ha concluso che la percentuale dei cattolici era scesa al 42%, mentre il numero di atei e agnostici era salito al 50%.[47]
Le stime sul numero dei musulmani in Francia variano molto. Nel 2003, il Ministero dell'interno francese ha stimato il numero totale di persone di origine musulmana tra i 5 e i 6 milioni (8-10%).[48][49] Nel 2021, circa 5 milioni di francesi sono musulmani, ovvero l'8% della popolazione.[50] In Francia ci sono 2 125 luoghi di culto islamici (2008)[51] su un totale di oltre 9 000 luoghi di culto islamici in tutta Europa.[52]
Secondo il World Jewish Congress, la comunità ebraica francese conta circa 600 000 fedeli ed è la più grande d'Europa.[53]
Dal 1905 il governo francese ha seguito il principio di laicità, in cui è vietato riconoscere alcun diritto specifico ad una comunità religiosa (ad eccezione di statuti precedenti come quello dei cappellani militari e della legge locale in Alsazia-Mosella). Invece, si limita a riconoscere le organizzazioni religiose, secondo criteri giuridici formali che non rispondono alla dottrina religiosa. Al contrario, le organizzazioni religiose dovrebbero astenersi dall'intervenire nel processo decisionale.[54] Alcuni organismi, come Scientology, figli di Dio, Testimoni di Geova, la Chiesa dell'Unificazione o l'Ordine del Tempio Solare sono considerati sette ("sectes" in francese),[55] e, pertanto, non hanno lo stesso status delle religioni.[56]
La lingua ufficiale è il francese. Esistono diverse lingue locali (basco, bretone, catalano, corso, olandese (fiammingo), alsaziano, occitano e francoprovenzale), ma il governo francese e il sistema scolastico ne hanno scoraggiato l'uso fino a poco tempo fa. Nelle regioni dell'Alsazia e della Lorena si parla anche il tedesco. Le lingue regionali vengono ora insegnate in alcune scuole, anche se il francese rimane l'unica lingua ufficiale in uso dal governo, locale o nazionale.
Con la legge costituzionale del 1992, adottata per consentire il Trattato di Maastricht, è stata aggiunta infatti la previsione secondo cui «La lingua della Repubblica è il francese», nel timore che il processo di integrazione europea potesse favorire l'espansione di altre lingue a danno del francese. La tutela delle minoranze linguistiche è quindi sempre stata malvolentieri accettata, se non proprio rifiutata, in quanto lesiva del principio di eguaglianza e di indivisibilità del popolo francese. In applicazione della legge costituzionale, venne approvata nell'agosto del 1994 la legge Toubon, dichiarata poi parzialmente incostituzionale dalla Corte Costituzionale, in quanto in contrasto con il principio della libera comunicazione del pensiero e delle idee proclamato dalla Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. A oggi il legislatore può regolare unicamente il vocabolario impiegato dalle persone giuridiche di diritto pubblico e dalle persone di diritto privato nel compimento di una missione di servizio pubblico. L'influenza rimane comunque notevole, dato il ruolo svolto dal servizio pubblico nella vita economica e quotidiana dei privati e delle imprese (servizio radiotelevisivo, amministrazione pubblica, ecc.).
Una tendenza al superamento di questa visione accentratrice, la si ha a partire dal 1998, quanto si concede alla Nuova Caledonia di avere maggiori competenze e assemblee provinciali decentralizzate. Minor fortuna ha avuto il tentativo di introdurre all'articolo 2 il comma "La Repubblica riconosce e valorizza le lingue e le culture regionali". Tale modifica, resa necessaria dalla ratifica da parte della Francia della Carta Europea delle lingue regionali, venne osteggiata dallo stesso Presidente Jacques Chirac, il quale nel 1999 disse che non l'avrebbe sostenuta in quanto lesiva dei principi fondamentali della Repubblica. La Carta è stata così ratificata solo in via amministrativa.