Muhammad Husayn Fadlallah
religioso libanese / Da Wikipedia, l'enciclopedia encyclopedia
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Muḥammad Husayn Faḍlallāh (in arabo محمد حسين فضل الله?; Najaf, 16 novembre 1935 – Beirut, 4 luglio 2010[1]) è stato un religioso libanese sciita.
È considerato dai più come un marjaʿ al-taqlid, ossia come un'altissima autorità spirituale dell'islam sciita, "fonte di emulazione" e autorevole giuresperito. La stampa occidentale lo ha talvolta impropriamente indicato superficialmente come il capo spirituale di Hezbollah, anche se questa asserzione è sbagliata, giacché le "fonti di emulazione" per Hezbollah sono sempre stati Khomeini prima e Khamenei in seguito.
Faḍlallāh, nato in Iraq, si è formato nei tradizionali ambiti clericali sciiti di Najaf, segnati dall'attività intellettuale di pensatori come Muhammad Baqir al-Sadr, e dall'opposizione tanto al capitalismo quanto al nazionalismo e al marxismo.
Dopo il suo trasferimento in Libano, tenne numerose conferenze, scrisse decine di libri, fondò diverse scuole religiose e creò l'organizzazione Mabarrat. Grazie a questa associazione, poté aprire numerose biblioteche pubbliche, un centro culturale femminile e una clinica medica.
Durante la guerra civile libanese fu rapito da una milizia armata cristiana e obbligato a partire verso Nab'a (un quartiere della periferia di Beirut). Egli condannò l'ingerenza statunitense e israeliana negli affari interni libanesi, denunciando l'imperialismo e il sionismo. Difese la Repubblica Islamica d'Iran e i movimenti musulmani in Libano. Nelle sue prediche sostenne la resistenza armata contro le forze d'occupazione israeliane in Libano, in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza. Espresse sempre opinioni progressiste per quanto riguardava lo statuto femminile. Fu vittima di numerosi tentativi d'omicidio, ivi compreso un bombardamento della sua autovettura nel 1985 che ebbe come unico effetto la strage di 80 persone innocenti che si trovavano nelle vicinanze. Questa operazione fu organizzata dalla CIA, che spese 3 milioni di dollari, provenienti da fondi sauditi. L'operazione fu disastrosamente portata a termine da un ex-agente del SAS.