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Nazioni celtiche
territori europei che hanno mantenuto alcuni tratti della cultura celtica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Il termine nazioni celtiche si riferisce ai territori dell'Europa settentrionale e occidentale in cui sono sopravvissuti alcuni tratti culturali riconducibili alle culture celtiche.[1]

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Principali territori
Stando alla definizione data dalla Celtic League, i sei territori riconosciuti come "nazioni celtiche" sono:
- la Bretagna (Breizh),[2]
- la Cornovaglia (Kernow),[3]
- il Galles (Cymru),[4]
- l'Irlanda (Éire),[5]
- l'Isola di Man (Mannin)[6]
- la Scozia (Alba).[7]
In ciascuna di queste regioni, esiste una parte di popolazione che parla una lingua di origine celtica o che la parlava fino a tempi piuttosto recenti.[8]
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Altri territori
Spagna
Alcune aree della Spagna nord-occidentale (in particolare Galizia, Cantabria e Asturie) sono talvolta identificate come "nazioni celtiche" per il loro retaggio culturale, nonostante la lingua celtiberica sia considerata estinta a partire dal IV secolo, periodo in cui è stata completamente soppiantata da altre lingue di origine latina.[9][10]
Canada
Nell'isola di Terranova la lingua irlandese era ampiamente parlata, ma è stata sostituita definitivamente dall'inglese agli inizi del XX secolo.[11] Una varietà della lingua scozzese risulta essere tuttora parlata da una minoranza della regione della Nuova Scozia in Canada.[12][13]
Argentina
Una varietà di gallese nota come Patagonian Welsh risulta essere parlata nei territori della Patagonia, in particolare nella provincia del Chubut.[14][15]
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Rivendicazioni politiche non storiche
Benché in Italia del nord non si parlino lingue celtiche, e solamente poche etimologie sopravvivano, affermazioni celticiste a fini politici sono state fatte dagli anni '90 principalmente da partiti come la Lega Nord al tempo dell'indipendentismo padano.[16][17]
Note
Bibliografia
Altri progetti
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