Omofobia tra le minoranze etniche nel mondo anglosassone
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L'omofobia tra le minoranze etniche nel mondo anglosassone si riferisce a qualsiasi pregiudizio o forma di discriminazione presente all'interno delle comunità dei diversi gruppi etnici nei confronti delle persone che si identificano o che sono percepite come lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT)[1][2][3].
Ciò può venir espresso nelle forme dell'antipatia, del disprezzo, del preconcetto, dell'avversione, dell'odio, del timore/paura irrazionale e talvolta è strettamente collegato anche alla credenza religiosa[4]. Mentre la religione può avere una funzione positiva in molte comunità LGBT afroamericane e di altre minoranze etniche, essa può altresì svolgere un ruolo di sostegno all'omofobia[5].
Molte persone appartenenti a minoranze etniche LGBT si affidano per lo più ai membri del loro gruppo per il supporto in termini di questioni razziali. Tuttavia all'interno di esse l'omofobia e la transfobia spesso esistono nel contesto delle norme etnoculturali e di gruppo etnoreligioso nei riguardi dell'identità di genere e dell'orientamento sessuale. Un ricercatore statunitense afferma che "una fallacia comune all'interno delle comunità di colore è quella che considera i gay e le lesbiche come uomini carenti e difettosi o donne che pretendono di essere membri del genere opposto"[6].
Vi è molta difficoltà per quanto riguarda la categorizzazione dell'omosessualità in culture diverse da quella occidentale. Recentemente gli studiosi hanno sostenuto che le nozioni di gay e di identità eterosessuale separate e distinte hanno cominciato ad emergere nel continente europeo solo a partire dalla metà del XIX secolo[7][8]. I comportamenti che ai giorni nostri vengono ampiamente considerati come omosessuali, almeno nella civiltà occidentale, godono di un certo grado di accettazione in circa 3/4 delle culture non occidentali esaminate per i loro modelli di comportamento sessuale (Patterns of Sexual Behavior, 1951)[9].